mercoledì 31 luglio - Damiano Mazzotti

Dai lavori digitali ai circuiti informali

Il saggio incentrato sulle attività digitalizzate, del giovane ricercatore Gianmarco Peterlongo, ha preso in esame il nuovo mondo del lavoro, sempre più impregnato di algoritmi (www.rosenbergesellier.it, ottobre 2023, 227 pagine effettive, euro 16).

 

L'opera si può definire un'etnografia multi-strato delle piattaforme digitali, condotta in Italia e in Argentina. Anche se la piattaforma digitalizzata e capitalizzata può fornire il modo di evitare il controllo algoritmico, la Gig-Economy potrebbe arrivare fino al futuro del non lavoro e potrebbe rinforzare l'uso di pratiche simili al "lavoro feudale".

Nel primo capitolo si discutono gli elementi sociotecnici che caratterizzano il capitalismo digitale, "evitando di cadere in spiegazioni deterministiche... dalle ricerche sul campo emerge tuttavia che nella stessa architettura digitale delle piattaforme siano inscritte asimmetrie che concorrono a riprodurre forme di disuguaglianza e sfruttamento, oscurate dietro un'autorevolezza algocratica" (introduzione). La dipendenza digitale sta sfruttando intensamente molti cittadini.

Il secondo capitolo è incentrato sulla "natura relazionale delle tecnologie... Portando l'indagine etnografica ad addentrarsi nel mondo della vita quotidiana dei platform workers, domandandosi quindi in che modo gli attori sia direttamente influenzati dalle tecnologie, ma anche in che modo eventualmente essi possano essere in grado di ribaltarle e riutilizzarle a proprio vantaggio attraverso tattiche discrete e pratiche industriose" (introduzione). La tecnologia può creare delle relazioni digitali artificiali che comportano una dominanza senza freni della tecnologia.

Un altro aspetto molto importante del saggio riguarda la sociologia del lavoro e in particolare i "corpi sfruttati e invisibilizzati dei lavoratori e delle lavoratrici nel capitalismo contemporaneo che tentano di resistere all'incertezza e alla precarietà delle esistenze (p. 12). La dipendenza digitale diventa troppo spesso una vera schiavitù digitalizzata.

L'attuale economia è composta da "processi contraddittori", ed è costituita da forme solidali e predatorie di "riappropiazione tecnologica", che comportano anche la creazione di "mercati pirata paralleli alla gig-economy ufficiale" (p. 14). Internet permette anche di sfruttare le nuove attività online, più o meno creative. In effetti le piattaforme digitali costituiscono "un terreno ricco di contraddizioni, falle, fratture e intercapedini" (p. 217).

I simulacri della libertà possono solo creare una profonda dipendenza. La società salariale troppo matura, sta portando molti lavoratori alla destabilizzazione, alla "cronicizzazione della precarietà" e alla ricomparsa di una grande popolazione in sovrannumero" (p. 194).

Comunque l'area di studio riguarda il mondo del lavoro di Uber Eats, Glovo, Deliveroo e Just Eat, con le varie applicazioni che "mettono in relazione tre tipi di soggetti: i clienti che ordinano un prodotto, i ristoratori e i commercianti che lo producono e i corrieri che lo consegnano" (p. 19). E tutti di corsa a rincorrere il tempo...

 

Gianmarco Peterlongo ha un Dottorato di Ricerca in Sociologia e Ricerca Sociale conseguito all'Università di Bologna. Svolge l'attività di ricercatore per l'Università di Milano, nel Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche.

 

Nota antropologica - Seguendo il pensiero dell'antropologo Lévi-Strauss, si può affermare che "i miti non si misurano come veri o falsi, quanto piuttosto si valutano come vivi o morti, poiché non sono rivolti necessariamente a costruire una verità" (nota a p. 40). In un certo senso "i miti evocano un obiettivo reale da raggiungere, ma senza indicare precisamente la strada né i modi per ottenerlo" (Barthes, 1979). I miti sono le storie relazionali e sono le grandi "contraddizioni della vita sociale che non potranno mai venire pienamente risolte".

Nota finale - La crisi economica del 2001 ha colpito duramente l'Argentina "con punte di disoccupazione oltre il 20 per cento nel periodo 2001-2004". Invece in Italia, la crisi finanziaria avvenuta nel 2007 e nel 2008 ha comportato il 12 per cento di disoccupazione nella recessione che si è estesa dal 2011 al 2014 (nota a p. 18). Per vari approfondimenti segnalo questo sito: www.mentalfloss.com




Lasciare un commento