martedì 12 luglio 2016 - Antonella Policastrese

Crotone: il monumento di Mercurio, dedicato alla monnezza

Doveva competere in verticalità con la colonna e il faro di Capocolonna, adagiata sulla salita che porta a località Alfieri, condividendo con quegli elementi una esigua parte della lussureggiante prospettiva del Lacinio. Si chiama ‘Mercurio’ come il pianeta, l’opera di Claudia Peil, artista genovese. Quella creazione fa parte del progetto ‘Il Museo del Mare e dei Miti’ istituito nel 2003 da un partenariato che andava dalla Provincia di Crotone, che ne concepì l’idea, sino ad alcune fondazioni bancarie del centro-nord. Furono commissionate in tutto nove opere di arte contemporanea, raffiguranti i pianeti del sistema solare, da collocare tra Crotone e Le Castella per integrarsi con il percorso laddove coesistono alcune tra le più importanti evidenze culturali, storiche, ambientali del territorio crotonese. L’opera della Peil, consiste nella collocazione su base in cemento di due stele parallele in metallo, una smaltata in bianco e l’altra in nero. L’opera era completata da un sistema di illuminazione dal basso e da due luci led in cima a ciascuno dei due elementi.

Sono passati una dozzina di anni dalla nascita di quel museo d’arte contemporanea all’aperto; all’epoca fece discutere e non poco, cosa peraltro connaturata a qualsiasi iniziativa espositiva o museale che riguarda le realizzazioni di quella forma artistica. Pochi anni addietro una di quelle nove opere, ‘Nettuno’ dell’artista Antonio Riello, consistente in due pareti, relativa finestra e una panchina, fu, per così dire, ‘integrata’ da un water collocato nottetempo da qualcuno che evidentemente non esce pazzo per quelle forme d’arte, ancorché, probabilmente, da qualche artista locale che si era sentito escluso da quel progetto. A quello scempio si pose subito rimedio e il water fu rimosso, poiché il custode, la Provincia di Crotone, aveva ancora la forza di esercitare il proprio compito di tutela e manutenzione.

Ma adesso, chi potrà salvare, dalla terribile umiliazione che subisce, il ‘Mercurio’ di Claudia Peil, con quel bidone della monnezza che gli sta davanti come a deriderlo, a contendergli quella esiguità di spazio a bordo carreggiata? Chi ‘sbancherà’ quella incredibile montagna di rifiuti di ogni genere che sovrasta l’opera quasi in tutti i suoi tre metri di altezza; si va dai materassi ai tubi catodici, dai classici sacchetti di rusco alle ante di armadio e così via? La situazione era esattamente questa, almeno sino alla mattina del 6 luglio.

Va bene che la civilissima e acculturata popolazione crotonese abbia l’abitudine di buttare rifiuti ovunque ci sia un palmo di spazio, magari accanto a un albero, a un muretto. Ma che l’azienda preposta alla raccolta dei rifiuti collochi proprio lì davanti un cassonetto dell’immondizia a qualche centimetro di una opera d’arte, bella o brutta che sia, è cosa di un altro pianeta, di ‘Mercurio’ per l’appunto.




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