Crisi: quanto ancora durerà?

La crisi è finita, anzi non c'è mai stata, ma l'abbiamo superata meglio degli altri. Questo è il motto berlusconiano e tremontiano che ormai passerà alla storia. Ma in realtà tutto il mondo sta galleggiando nel liquido melmoso fra crolli e timide riprese del mercato borsistico e del crollo dell'occupazione. Tanto che è ormai certo, che se ripresa ci sarà, questa sarà accompagnata sicuramente da una non altrettanta ripresa dell'occupazione. Cioè più produzione, ma più precarietà e aleatorietà della vita delle persone. Non è una bella prospettiva! Ma quello che ora più preoccupa e che si prevede che questa crisi sarà lunga e che ci presenterà ancora delle sorprese.
Sintomatico è il pensiero di Robert Zoellick espresso il 7 novembre e apparso sul Financial Times: il nuovo sistema, “dovrà coinvolgere il dollaro, l’euro, lo yen, la sterlina e un renminbi (o yuan) che si muova verso l’internazionalizzazione” e “dovrebbe anche prendere in considerazione di impiegare l’oro come punto di riferimento internazionale su inflazione, deflazione e futuri valori monetari”.
Cioè un ritorno all'aggancio delle maggiori monete all'oro, una sorta di un ritorno al sistema di Bretton Woods, crollato nel 1971, in modo da limitare il potere discrezionale delle banche centrali (che la Federal Reserve sta esercitando pienamente) e assicurare la stabilità dei prezzi mondiali.
La Fed, anche per rispondere alla politica di sottovalutazione dello yuan condotta dalla Cina, sta pompando liquidità nel sistema. Per il secondo trimestre del 2011, la Fed inietterà nel sistema finanziario altri 600 miliardi di dollari, mediante l’acquisto di titoli di Stato.
Di fronte a questa massa di liquidità si moltiplicano le preoccupazioni per la stabilità monetaria e per i “pericolosi” effetti distributivi, favoriti dall’inflazione, a danno delle rendite finanziarie.
Il merito dell'articolo di Zoellick, indipendentemente dalla validità della tesi dell'ancoraggio delle monete all'oro, sta nell'aver fatto uscire allo scoperto tutti i maggiori economisti nell'affermar che esiste ancora un fantasma che si aggira nei mercati del mondo.
L'eccessiva liquidità e pompaggio di moneta circolante che viene immessa nel tentativo di non far crollare la produzione e per sopperire ai (non si sa ancora a quanto ammonta) quantità di titoli picks che ancora circolano, che non si sa come smaltirli e che le banche ancora oggi mettono in circolazione per liberarsi di quelli vecchi.
Quanto ancora durerà?