martedì 22 novembre 2011 - Professional Consumer

Crisi, ecco come se ne parla

Le imprese producono più di quanto vendono e bruciando valore minano la crescita; il lavoro che non genera reddito adeguato a smaltire il prodotto non ri-genera lavoro; quelli del credito, mancano di credito, screditati. I consumatori orfani di reddito, ignudi di credito stanno in stand by e l’economia che ha fin quì funzionato a debito, non funziona più.

La crisi, qualcuno la racconta così:

Le imprese producono più di quanto vendono; bruciando valore minano la crescita. Il lavoro che non genera reddito adeguato a smaltire il prodotto non ri-genera lavoro. Quelli del credito, mancano di credito, screditati. I consumatori orfani di reddito, ignudi di credito stanno in stand by; l’economia che ha fin quì funzionato a debito non funziona più!

Quel gagliardo empirista si è messo a fare le pulci agli ideologi di questo andazzo fin quando scorge, in un agitato consesso sulla crisi, sparuti “esperti” che brandiscono tomi di dottrine scadute. Li prende di petto: voi con le vostre dannate ricette avete proposto stimoli in tutte le salse per dare spinta ai consumi. Cacchio, ricette di reflazione, le più disparate, per lo più a debito, per il timore che tocchi ai prezzi scendere per sostenere gli acquisti.

Infervorato da "vis teoretica", a quei timorati della deflazione scaglia un anatema: per sostenere i prezzi si è fatto esplodere il debito, per rimettere il debito occorrerà far esplodere i prezzi! Cacchio cacchio cacchio: così si riduce ancora il potere d’acquisto; loro sbarrano gli occhi, lui sbatte la porta e li lascia lì. Qualcosa si muove sul fronte occidentale: c’è chi sta con le imprese, lui con i consumatori.

Già, sta più valore nell’esercizio del consumare che in quello del produrre: ci sarà da meditare.





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