sabato 24 ottobre 2009 - Oceanus Atlanticus

Criminalizzazione degli equipaggi e pirateria

Tra i mali che affliggono la vita dell’uomo di mare di oggi negli ultimi giorni la cronaca ne ha registrati due che dimostrano chiaramente che la gente di mare del XXI secolo è continuamente bersagliata sia dalle leggi che da una criminalità organizzata che utilizza il mare come campo di battaglia..

Un nuovo caso di ingiusta criminalizzazione degli equipaggi, dopo quello, avvenuto in Corea, della "Hebei Spirit", si sta verificando nella democratica ed europea Norvegia, dove due marittimi cinesi del mercantile "Full City", il comandante Aming Zong e l’ufficiale Qiland Lu, sono trattenuti dalla fine di luglio in seguito ad un arenamento della loro nave durante un temporale. Incidente che aveva provocato lo sversamento di una parte del bunker esistente a bordo.

Per quanto riguarda la pirateria marittima lo scorso 22 ottobre altre due navi italiane sono state bersaglio dei pirati somali: la "Jolly Rosso"  e la "Jolly Smeraldo", entrambe armate dalla società di navigazione Messina. Inoltre è stata attaccato anche il mercantile "Gennaro Ievoli" della Marnavi di Napoli.

L’Europa oggi chiede ai Giovani di ritornare sul mare. Quale incentivo dare affinchè questa domanda venga accolta sia dai giovani che dalle famiglie?

Una forte richiesta di umanità giunge oggi dal mare. Richesta che attualmente sembra restare inascoltata.
Non si è ancora ben capito che sul mare o l’uomo va centralizzato mostrandone la sua enorme importanza sociale e che la vita sul mare va alleggerita dai suoi pesi storici, che ormai la globalizzazione ha mostrato in tutta la loro negativita’, o la professione marittima è destinata a divenire secondaria nei desideri e nelle aspettative dei giovani e delle famiglie europee.

Si vuole che i giovani solchino i mari? Allora bisogna adeguarsi alle esigenze dell’uomo del XXI secolo.

 




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