giovedì 24 gennaio 2013 - paolodegregorio

Cosentino vittima dei magistrati politicizzati

Sono arrivato alla intolleranza compulsiva da overdose ventennale di beceri e vigliacchi attacchi alla magistratura, dalle toghe rosse alle magistrate femministe e comuniste.

Speravo di farci il callo, di assuefarmi, e invece mi sono montate una rabbia e una intolleranza sempre crescenti verso chi insulta il duro lavoro dei magistrati, senza essere chiamato all’onere della prova a sostegno delle proprie affermazione che, a mio giudizio di cittadino qualunque, risultano essere gravissime calunnie, letali da un punto di vista di credibilità della democrazia e della magistratura.

In 20 anni di insulti ai magistrati non una sola volta il dittatore di Arcore ha denunciato un singolo magistrato con prove circostanziate riguardanti la sua attività giurisdizionale, per dimostrare che egli in ragione delle sue convinzioni politiche aveva fabbricato false prove per indirizzare i processi nella direzione di una condanna.

Ho sempre creduto che una accusa non provata si chiamasse calunnia e che tale grave reato fosse perseguibile d’ufficio, chiunque ne sia responsabile, soprattutto se vi è l’aggravante di indebolire e screditare una istituzione così delicata e fondamentale per la tenuta della democrazia, come l’amministrazione della giustizia. Non conosco la ragione giuridica per cui gli insulti e le accuse, non provate, ai magistrati restino senza giusta e severa punizione e la cosa mi sembra veramente assurda e profondamente destabilizzante.

Fare critiche nel merito di una sentenza, sulle sue motivazioni, è giusto e possibile, ma non è esercizio di libertà poter insinuare che un giudice emetta sentenze senza prove in ragione di odio politico, cosa che appare inverosimile e tecnicamente quasi impossibile, per i vari passaggi che vanno dal giudice delle indagini preliminari, al pubblico ministero, al collegio giudicante, ai vari gradi di appello e Cassazione.

Non so a che santo votarmi, ma se ci fosse un partito che chiede che nessuno può calunniare i magistrati impunemente lo voterei di corsa, senza, immunità per i parlamentari, il cui dovere sarebbe di proteggere la credibilità delle istituzioni.

La nostra Costituzione e la nostra civiltà giuridica appaiono gravemente lacunose se da 20 anni dobbiamo subire il discredito di una delle nostre massime istituzioni, con risultati devastanti sull’etica pubblica.




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