venerdì 15 luglio 2022 - YouTrend

Cosa dicono i risultati delle prove Invalsi 2022

Il divario tra Nord e Sud rimane ampio e, secondo il report Invalsi, le scuole del Mezzogiorno non garantiscono uguali opportunità a tutti.

di Lorenzo Ruffino

 

La scorsa settimana sono stati pubblicati i primi risultati delle prove Invalsi 2022, che hanno coinvolto oltre 920 mila studenti della scuola primaria (classe II e classe V), circa 545 mila studenti delle medie (classe III) e 953 mila studenti delle superiori (classe II e ultimo anno).

I dati delle prove Invalsi, che avevamo già analizzato nel 2021, permettono di fare confronti tra scuole e regioni diverse e capire quali sono le differenze di preparazione, essendo i test e i criteri di valutazione uguali su tutto il territorio nazionale.

 

In quinta elementare

Il livello base di italiano nel quinto anno della scuola elementare è raggiunto dall’80% degli alunni, con un aumento di cinque punti rispetto all’anno precedente. Sono sotto la media nazionale Calabria e Sicilia, mentre al di sopra ci sono Valle d’Aosta e Umbria. Con la matematica va sensibilmente peggio: solo il 66% degli alunni di quinta elementare arrivano almeno al livello base, con Calabria e Sicilia che – insieme alla Sardegna – sono nuovamente sotto la media nazionale. 

Il 94% degli studenti di quinta arriva a un livello A1 nella prova di lettura di inglese, mentre l’85% ci arriva nell’ascolto. Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di comprensione scritta sono il 95-96%, mentre al Sud il 92%. Per la comprensione orale, invece, si va dall’85-90% di Nord e Centro al 75% del Sud.

“La scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi”, sottolinea il report Invalsi.

 

In terza media

Alle scuole medie il livello è peggiore delle elementari. A livello nazionale arriva a risultati almeno adeguati solo il 61% degli studenti per quanto riguarda l’italiano, il 56% per matematica, il 78% per la lettura in inglese e il 62% per l’ascolto in inglese. Si considera adeguato per l’inglese in raggiungimento del livello A2, che implica la capacità di comunicare le necessità più semplici e immediate.

In alcune regioni del Mezzogiorno, in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, le percentuali scendono al 50% per l’italiano, al 55-60% per matematica, al 35-40% per reading (inglese) e al 55-60 per cento per listening (inglese). Il dato scende ulteriormente tra gli studenti che provengono dai contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli.

Secondo il report Invalsi, le scuole del Mezzogiorno non sono in grado di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi. 

 

In quinta superiore

In quinta superiore a raggiungere almeno il livello base di italiano è solo il 52% degli studenti e in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna gli studenti sono in media sotto al livello richiesto. In matematica è il 50% degli studenti a raggiungere il livello base, con Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna di nuovo sotto soglia. In inglese il 52% degli studenti raggiunge il livello B2 nella prova di reading e il 38% in quella di listening. Solo nelle regioni del Nord – escludendo Piemonte e Liguria – l’esito medio nella prova di listening è in linea con l’atteso B2.

Il report Invalsi osserva come con le superiori si “allargano ulteriormente i divari territoriali osservati al termine del secondo ciclo d’istruzione”, con le regioni meridionali che vanno sensibilmente peggio di quelle settentrionali. 

 

La dispersione scolastica implicita

Gli studenti che terminano il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali e che quindi sono a forte rischio di avere limitate prospettive di inserimento lavorativo sono il 9,7%: si parla in questo caso di dispersione scolastica implicita o nascosta.

Nel 2019 questo dato era pari al 7,5% e nel 2021 con la pandemia era salito al 9,8%. Nel 2022 si osserva quindi un’inversione di tendenza, seppur molto contenuta. Le regioni con la maggiore dispersione implicita sono tutte al Centro-Sud: Campania (19,8%), Sardegna (18,7%), Calabria (18,0%), Sicilia (16,0%), Basilicata (12,8%), Puglia (12,2%), Abruzzo (10,8%), Lazio (10,7%).




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