mercoledì 18 gennaio 2012 - Rodolfo Buccico

Cosa converrebbe fare per il sistema paese

I diritti che appartengono alla storia sociale del novecento da quello al lavoro, passando per casa, istruzione, sanità pubblica e finendo alla previdenza si stanno difendendo a fatica dopo che la Costituzione di Weimar del 1919, il New Deal degli anni trenta e le costituzioni postbelliche ne avevano fatto dei diritti propri della condizione umana.

I diritti sociali sono ancora la condizione precedente ai diritti civili, sono la risposta al desiderio di eguaglianza senza la quale non vi può essere piena libertà? Oggi i diritti sono ammessi sub conditione, lo tsunami finanziario ha fatto sì che siano diventati la riserva del possibile, se la cassa lo consente si attuano, altrimenti si rinviano a data da destinarsi. C'è anche una situazione di paradosso in cui l'eguaglianza viene ad essere garantita verso il basso, in netta contrapposizione con la progressività del diritto come vuole la Costituzione del nostro paese.

In Italia ci vorrebbe una riforma degli ammortizzatori sociali come la privatizzazione della Cassa Integrazione guadagni ordinaria, affidandola alla cogestione di imprenditori e sindacati, facendola confluire nei contratti di lavoro a tutto vantaggio della riduzione del cuneo contributivo. Si potrebbe altresì introdurre un'indennità per chi perde lavoro a tempo determinato o indeterminato, facendola lievitare per somma e durata proporzionalmente all'età del lavoratore e associarla ad una formazione mirata al reinserimento, con una copertura a tre (stato, imprese, lavoratori). Per coloro che perdono il lavoro prossimi alla pensione si potrebbe adottare una indennità pagata dall'impresa, data l'impossibilità di ricollocamento. Un sistema così esteso di ammortizzatori darebbe nuova linfa ai consumi interni, dando liquidità maggiore e senso di fiducia sociale ai nuclei familiari.

Un'altra cosa che non dovrebbe più essere posposta è l'introduzione di un unico contratto di lavoro al fine di semplificare e sanare situazioni di illegittima sperequazione tra lavoratori che erogano medesime prestazioni, una forma standardizzata che rassicuri anche il clima lavorativo, un modo per salvaguardare impresa, lavoratori e stato, quest'ultimo come garante di entrambi. Per ridare crescita alla nazione bisogna liberalizzare ciò che non può più essere tollerato come privilegio di corporazioni e professionisti protetti dalla libera concorrenza, si potrebbe anche incidere sulle false liberalizzazioni come quelle di benzinai ed assicuratori, in cui la logica di cartello ha assunto altre modalità di esercizio, non bisogna dimenticare l'impulso da dare ai progetti infrastrutturali di reale modernizzazione e ad un accesso rapido al credito d'impresa per il sostegno a progetti di ricerca e sviluppo.




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