venerdì 4 maggio 2018 - Antonio Martino

Corteo del 1° maggio a Santa Croce di Magliano

Quali le cause della evidente e continua perdita di partecipazione popolare.

Stancamente e quasi forzatamente sembra ripetersi di anno in anno un evento che, nella storia ha caratterizzato la vena critica e combattiva di questa parte di territorio, fondamentale coagulo per storiche lotte sociali e terriere, nonché vera e propria palestra di vita per quella che sarebbe stata la formazione politico sindacale del primo deputato della sinistra molisana nativo, proprio e non a caso, di Santa Croce di Magliano, Nicola Crapsi.

Ora, quasi per contrasto, il torpore, soprattutto giovanile, pare averne del tutto spento le già sopite capacità incandescenti.

Se un tempo negli occhi delle migliaia di partecipanti era possibile leggere voglia di riscatto, oggi, nei pochi superstiti, leggiamo solo rassegnazione.

Motivo di questo perdurante distaccamento, non solo in termini di presenza fisica ma anche e soprattutto in termini di trasporto emozionale, credo in larga parte vada ravvisato, nella perdita di credibilità da parte del mondo politico istituzionale cui il sindacato, dai più, viene assimilato.

Al dibattito, spesso sterile e commemorativo, i cittadini in stato di necessita', chiedono, si accompagnino proposte concrete, risposte e vie di uscita a problemi contemporanei.

Quello che i lavoratori e soprattutto gli aspiranti tali, imputano all' attuale mondo sindacale e di conseguenza all' evento che annualmente ricorre a Santa croce, è l' essersi comodamente accodati alle politiche governative, rivendicando tutt'al più briciole e contentini in modo da giustificare, agli occhi dei lavoratori, il loro ruolo di rappresentanza ed intermediazione.

È necessario tornare a vestire un ruolo propositivo dettando l' agenda alla politica su temi quali investimenti pubblici, lotta alla precarietà e migliori condizioni lavorative, imponendo e non subendo scelte altrui.

Solo riacquisendo, con i fatti, tale credibilità, il corteo del 1 maggio, tornerà ad essere quell' evento di lotta e di popolo e non nostalgico e di nicchia che, il Molise, ha conosciuto ed apprezzato nei decenni passati.

Solo una rifondata capacità riformista costituirà l’elisir capace di risvegliare le coscienze di quel mondo giovanile che oggi, indolente, passivo e troppo arrendevole, magari troverà più vantaggioso mettersi in gioco per la salvaguardia dei propri diritti, della propria dignità e del proprio futuro, anziché vivere di promesse ed elemosine nel lasso di tempo che intercorre tra un elezione e l’altra.

 

Antonio Martino

Santa Croce di Magliano - Campobasso




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