mercoledì 11 marzo 2020 - Pompeo Maritati

Coronavirus: il più potente regolatore del mercato economico mondiale

Le statistiche giornaliere sulla diffusione e sulle morti causate dal nuovo virus impazzano da tempo destando la giusta preoccupazione nelle popolazioni al momento più colpite. Il numero dei nuovi contagi, dei nuovi morti, attrae e ahinoi, fanno porre in essere atteggiamenti scorretti che certamente non possono essere combattuti con delle stupide multe di 209 euro.

Ma aldilà di tutto ciò, pochi in questi giorni stanno ponendo il loro interesse o meglio la loro attenzione, nel peggiore contagio in atto, quello economico. Lo definisco il peggiore contagio in quanto se vero è che lo scivolamento verso il basso delle quotazioni di borsa, al momento non generano vittime umane, è altrettanto vero che, le profonde crisi economiche alla lunga causano non solo disagi sociali ma anche morti.

Oggi la borsa di Milano ha perduto quasi il 12%. Anche le altre borse europee non se la passano molto bene. In pochi giorni lo spread, il differenziale con i bond tedeschi è aumentato spaventosamente di 100 punti. Ciò significherà che non basta solo il virus a metterci in ginocchio ma anche un sostanziale aumento di interessi che saremo costretti a pagare. In poche parole oltre al danno anche la beffa.

Una ulteriore preoccupazione ci riviene dal fronte americano. Il superficiale quanto demenziale approccio alla problematica del coronavirus sta preoccupando il mondo intero, mettendo in moto una lenta ma progressiva svalutazione del dollaro, andando a rafforzare lo sgangherato euro. Ciò significherà che le nostre esportazioni costeranno di più all’estero, costringendo così gli altri stati, ad approvvigionarsi altrove.

E’ un groviglio complicato di alchimie finanziarie che si intrecciano in situazioni di panico diffuso oramai in tutto il mondo e le cui conseguenze sono imprevedibili.

Le quotazioni del petrolio sono a livello di post 11 settembre, anche se alla pompa, come al solito, questo unico beneficio arriverà in ritardo.

Una riflessione importante da tener conto per il futuro è che uno stato che investe nel miglioramento degli standard di convivenza sociale, in caso di calamità risulterà meno vulnerabile. Noi in Italia, grazie ai governi precedenti, che definirli scellerati, è come fare a loro un complimento, abbiamo smantellato la sanità pubblica, per dare più spazio a quella privata. E’ inutile che continuiamo a cantarcela quale la migliore del mondo, le percentuali del personale medico e para medico rispetto agli altri stati europei non ci vede certo tra i primi posti, come lo stesso sul fronte degli investimenti pubblici. Il motivo per cui oggi lo spread sta schizzando paurosamente non è per colpa del coronavirus, ma per colpa di un sistema che paradossalmente da una parte riduceva i servizi pubblici e dall’altra aumentava il debito pubblico. E dato che gli altri in Europa e non solo, sanno fare di conto, adesso ci faranno pagare cara questa politica clientelare e corrotta.

Basta vedere l’accavallamento delle indicazioni per fronteggiare il contagio, un esempio chiaro di quanta inettitudine serpeggia nella nostra classe dirigente. Da un virus paritetico all’influenza e dalla non necessità dell’utilizzo delle mascherine, si è passato all’esatto contrario. Si pongono in essere misure a contrastare la diffusione del contagio, confidando sul buon senso degli italiani, prevedendo multe di 209 euro. Roba da matti.

Se poi a tutto ciò ci aggiungiamo la scarsa e inadeguata partecipazione di buona parte della popolazione a porre in essere le misure minimale ad ostacolare la diffusione del contagio, ecco che la frittata è fatta.

Sottolineo alla fine quale riflessione conclusiva che prendersela con il governo e solo con lui è sbagliato, perché esso e tutto ciò che da lui scaturisce è frutto dell’imbecille scelta politica fatta da tutti noi, liberamente e democraticamente allorquando siamo andati a votare. Quindi è esattamente quello che ci meritiamo.




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