lunedì 17 gennaio 2022 - Vincenzo Caccioppoli

Copasir avverte dei rischi per energia italiana nei prossimi mesi

L’impennata dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale espone l’Europa al rischio di blackout energetici”. Lo sottolinea il Copasir in un passaggio della Relazione sulla sicurezza energetica nell’attuale fase di transizione ecologica, approvata oggi.

 Il rapporto arriva alla fine di un ciclo di audizioni che hanno visto susseguirsi soggetti istituzionali e rappresentanti delle maggiori agenzie e aziende di settore, nel corso delle quali ognuno ha tracciato un quadro della questione informando il Copasir circa le prospettive per il futuro e le varie criticità da prendere in considerazione nell'ottica della tutela della sicurezza nazionale. Tutto ciò ha così consentito al Comitato di elaborare delle proprie conclusioni. La scelta di procedere a una relazione riguardante la sicurezza energetica e' nata dalla considerazione che il tema energetico è centrale nel panorama attuale non solo "tecnico" ma anche politico, geopolitico, di cronaca e istituzionale. In particolare il settore energetico è oggi esposto a minacce che destano profonda preoccupazione, e lo stesso presenta un livello intrinseco di vulnerabilità a causa della dispersione delle fonti di produzione, ai costi complessivi da sostenere, alle carenze negli investimenti che sarebbe necessario promuovere.

Il rapporto del Copasir parla di “minacce asimmetriche” anche nel mondo dell’energia. La tempesta dei prezzi energetici che da mesi scuote i mercati europei può colpire con particolare violenza il comparto italiano e avere ripercussioni sulla sicurezza. Nella road map tracciata a termine di una lunga serie di audizioni – dall’Autorità delegata Franco Gabrielli e i direttori di Dis, Aisi e Aise ai principali operatori pubblici e privati del settore e le autorità di regolamentazione – il comitato individua una serie di priorità. “Il timore è che in un sistema di approvvigionamento energetico estremamente interconnesso come quello europeo, lo spegnimento di una singola centrale – ad esempio per mancanza di carburante – possa generare una reazione a catena in vari Stati membri – continua il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – Il timore di un possibile blackout si starebbe diffondendo in tutta Europa”. L’Italia deve realizzare “un piano nazionale di sicurezza nazionale“, è questo l’esortazione che viene dal Copasir, con “la più ampia condivisione, in modo che possa restare valido e indirizzare le scelte strategiche che il Paese dovrà compiere in questo settore nel lungo periodo”. “Lo scenario attuale di incremento dei prezzi, in particolare del gas, che si è registrato negli ultimi mesi, verosimilmente rischia di contrassegnare anche il 2022. A tal proposito, nell’ambito delle audizioni svolte il Comitato ha acquisito da più parti l’indicazione che i prezzi delle materie prime energetiche, seppur destinati a diminuire con l’arrivo della primavera 2022, non torneranno a livelli pre-pandemia”, cosi dichiarano il senatore Adolfo Urso, presidente del Copasir, e il relatore Federica Dieni, vicepresidente del Comitato. “Si tratterebbe di sfruttare più efficacemente i giacimenti già attivi, in modo da raddoppiare la quota nazionale da poco più di quattro a circa nove miliardi di metri cubi all’anno – continua il Comitato – L’impatto sui prezzi sarebbe al ribasso, perché la nuova offerta di origine nazionale permetterebbe di ridurre le tensioni di mercato. E l’effetto per l’ambiente sarebbe positivo, perché si ridurrebbero le emissioni di CO2 prodotte nei tragitti di migliaia di chilometri dalla materia prima importata. A tal proposito è anche opportuno osservare come già la Croazia abbia autorizzato nuove esplorazioni nel Mare Adriatico, in aree in cui sono presenti giacimenti il cui sfruttamento è condiviso con il nostro Paese”.




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