mercoledì 17 ottobre 2018 - Phastidio

Condono/Pace fiscale | Lercio? No, Telese

Vi ricordo, in caso foste stati in altre faccende affaccendati, in cosa consiste il condono previsto dal governo. Si tratta della possibilità di integrare la dichiarazione dei redditi fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate, con un tetto massimo di 100.000 euro. Quindi, a fronte di un imponibile di 300.000 euro, è possibile fare emergere nero per 100.000 euro annui. Se ne avete di più, è in omaggio

Su questo nero emerso, si paga una “cedolare secca” del 20%. Questa operazione di emersione del nero vale per i cinque esercizi d’imposta precedenti. Quindi, con un complesso algoritmo, inferiamo che sarà possibile, a meno di emendamenti durante il percorso parlamentare della legge di Bilancio, fare emergere sino ad un massimo di mezzo milione di euro di nero, sul quale si pagherà non il 43% dell’aliquota Irpef più elevata bensì il 20%. Niente sanzioni né interessi. Un risparmio massimo teorico di imposte per 115.000 euro.

Tutto ciò premesso, ascoltiamo l’interpretazione di Luca Telese su questo condono, espressa nella puntata di Otto e mezzo su La7. Dal minuto 14:20 circa, ve lo trascrivo per comodità:

«Io credo che Salvini abbia bilanciato il reddito di cittadinanza, che impiega moltissime risorse […] usando la pace fiscale come una sorta di flat tax retroattiva. Cioè, agli imprenditori del Nord che sono rimasti fuori dal taglio delle tasse ha detto: “Però te le taglio relativamente, te le taglio sul passato, ti do un bonus”. E questa cosa ovviamente è costata una forzatura molto grossa»

Quindi, secondo Telese, un condono sul nero (ma lui, da bravo soldatino, usa imperterrito l’espressione orwelliana “pace fiscale”) sarebbe in realtà una “flat tax retroattiva”, per dare il contentino agli imprenditori. Pare che la redazione di Lercio abbia espresso forte preoccupazione per la concorrenza sleale di Telese.

 



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