Conclave | A punch in the stomach
Che pugno nello stomaco o ancor meglio what a punch in the stomach! – dato che il regista Edward Berger e lo scrittore del libro da cui il film è tratto, Robert Harris, sono di lingua inglese – hanno dato ai “sacri” riti di un conclave per l'elezione del papa successore del precedente, passato a “miglior” (?) vita.
Un buon film che cede il passo al thriller. Che presa in giro per i misteri, congiure, rivalità, e tensioni domiciliate tra quelle sacre stanze dove ciò che si esercita è il potere: si diffondono voci qui, è detto da più di un cardinale. Nè più né meno come in qualsiasi palazzo della politica: lì c'è la “divisa” di giacche e cravatte, uniformi maschili, qui il fruscio di velluti rossi delle alte eminenze e i loro paramenti dorati. I servizi della mensa (non tanto parca) o il pernottamento e la pulizia sono procurati da suore-suddite, inevitabilmente. Chissà se verrà mai un papa femmina.
Viene detto da qualcuno tra queste autorità che l'ambizione è la falena della santità (per chi ancora crede che la falena porti sfortuna) e l'arrivo della fumata bianca tarda ad arrivare, vi sono conciliaboli segreti tra cardinali, accuse di simonia, voti comprati … anche lì. Viene contestata da cardinali stranieri la centralità di Roma, pare che Dio risieda solo là, ed è proprio a Roma, accanto alla Basilica, che nel frattempo scoppiano ordigni posti, pare, da credenti di altre religioni. Si ha la sensazione che quella cattolica non ammetta né si confronti con altre religioni, di un'umanità più povera e preda di guerre. Nemiche della fede sono le certezze, dice il decano, ci vuole un Papa che dubiti.
La fumata bianca ci sarà ed è sorprendente che ad essere eletto sarà il più insospettabile e il più dimesso tra i cardinali, quasi un errore o una svista, dipendente da accordi segreti tra quei politici cardinalizi: un messicano che aveva la sua funzione a Kabul! Alle domande del decano dei cardinali, che ha ben indagato, confesserà che un suo viaggio a un ospedale di Ginevra era destinato ad un'operazione di “isterectomia laparoscopica” (asportazione dell'utero), ma non ebbe esito e del resto bisogna rispettare l'operato di Dio, io sono ciò che Dio ha voluto! dirà. Dato che ogni cosa in quella sede è detta dipendere dalla volontà di Dio nulla si può obiettare e dunque Habemus Papam!Sceglie anche un bel nome, Innocenzo.