lunedì 31 gennaio 2011 - Eleonora Poli

Comunali Milano: in 1.000 al lavoro nell’Officina per la città

Entra nel vivo il progetto che coinvolge i cittadini nell’elaborazione del programma del candidato sindaco Giuliano Pisapia. Ieri si è svolto il workshop dedicato alla cultura e al distretto della creatività.

Metti un sabato di gennaio, a immaginare il futuro della cultura a Milano, confrontandosi sulle idee e formulando proposte... Si sono dati appuntamento ieri, al circolo Arci Bitte di via Watt, i volontari dell’Officina per la città che collaborano con Giuliano Pisapia in vista delle prossime elezioni comunali. La giornata di workshop, che era dedicata alle tematiche inerenti le politiche culturali, ha visto una partecipazione particolarmente ampia: a dimostrazione del fatto che se “con la cultura non si mangia”, questa incontra comunque l’interesse di molti. Sono in piena attività anche gli altri 10 tavoli tematici che riassumono i diversi aspetti della vita cittadina: coesione sociale, finanza, sviluppo economico, amministrazione comunale, scuola, università e ricerca legalità, diritti, città metropolitana e internazionale, integrazione. Denominatore comune trasversale a tutti i gruppi, è stato indicato quello della sostenibilità, che dovrà riguardare ogni iniziativa e progetto. L’Officina, coordinata da Caterina Sarfatti con il contributo di Anna Puccio, Barbara Randazzo e Michele Sarcedoti (uno dei quattro candidati alle Primarie vinte da Pisapia) è stata inaugurata all’inizio dell’anno e conta su oltre mille iscritti: i primi risultati si vedranno entro la fine di febbraio, quando verranno tratte le conclusioni degli incontri operativi che si stanno svolgendo in queste settimane. Per facilitare l’attività sui vari soggetti, i macroargomenti principali sono stati ripartiti in sottogruppi più specifici, guidati da una o più persone.

Ieri al tavolo della cultura, la volontà di partecipazione si è dimostrata davvero multiforme. Tra i cittadini che hanno messo a disposizione tempo e competenze, anche molti professionisti e operatori del settore: educatori, docenti, architetti, progettisti, storici dell’arte, registi, giornalisti, tutti impegnati - anche su più fronti - nella realtà culturale milanese. C’è chi ha portato esperienze concrete di attività svolte e di ostacoli riscontrati lungo il percorso, e da qui sono scaturite progetti e ispirazioni che mescolavano realismo e utopia. Numerosissimi gli spunti da sviluppare. Si è parlato delle prospettive della Milano interculturale e internazionale, anche attraverso il confronto con le soluzioni adottate in altre metropoli, italiane e straniere; ma si è parlato anche di periferie, della necessità di non concentrare gli eventi soltanto nel centro e di dislocarli invece nelle singole zone, valorizzando luoghi, risorse, fondazioni e associazioni locali. Al centro del dibattito l’Expo 2015, naturalmente, ma anche la “memoria della città”, il suo patrimonio storico da mettere in risalto e trasmettere alle nuove generazioni. Si è evidenziata la difficoltà dei cittadini di accedere a istituzioni simbolo come la Scala, alla necessità di prolungare gli orari di apertura dei musei e di riempire le biblioteche di iniziative e di gente. Molti i punti critici emersi, dalla mancanza di luoghi fisici al degrado o alla cattiva gestione di quelli esistenti. A fine giornata, sintesi e riflessione sul lavoro svolto, anche con l’intervento di Pisapia che ha iniziato così a raccogliere i suggerimenti dell’Officina.




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