martedì 14 maggio 2013 - paolo

Comizio a Brescia: i campanellini di Silvio e i dolori del PD

Due manifestazioni che scavano ulteriormente il fossato tra due diverse anime del paese.

In una piazza di Brescia si è consumato l'ennesimo strappo al legalitarismo istituzionale da parte del cavalier Silvio Berlusconi e dei suoi bravi accorsi a timbrare con la loro presenza la loro riconoscenza e lealtà verso il capo. Nella precedente performance, sulla scalinata del tribunale di Milano, i parlamentari del Pdl del cerchio magico di Silvio si erano tutti meticolosamente schierati a favore d'obiettivo delle telecamere per obliterare la loro presenza partecipativa. Nessuno poteva permettersi il lusso di non esserci, l'assenza dalla foto di gruppo avrebbe potuto essere interpretata come una dissociazione dalla battaglia anti giudici che il cavaliere conduce da anni, come una questione di vita o di morte.

Prima che Silvio giungesse sul palco, un Maurizio Gasparri indispettito aveva già redarguito duramente l'inviata di RAInews per avere qualificato come "cittadini contestatori" coloro che, dietro il cordone sanitario steso dalle forze dell'ordine per isolare la manifestazione pidiellina dall'esteno, gridavano slogan del tipo "in galera, dimettiti, delinquente". Secondo Maurizio erano tutti aderenti ai "gruppi sociali", termine squalificante per definire tutti gli sfigati esistenziali violenti che ce l'hanno con il mondo intero.

Alla timida insistenza della giornalista che troverà poi sostegno nelle immagini che raccontavano in modo inequivocabile, la presenza antagonista di gruppi aderenti a forze politiche parlamentari (SEL e M5S), Gasparri ha sostanzialmente ribadito la tesi che la piazza era in uso esclusivo di Berlusconi e che gli "ostili" andavano subito allontanati duramente.

In serata Alessandro Sallusti su La 7, a proposito della contestazione definita fascista, apostroferà duramente ed in modo pesante Laura Boldrini, definendola indegna dell'incarico istituzionale ricoperto, per avere ignorato e non stigmatizzato subito le pesanti offese, i turpi epitaffi e le vogarità irripetibili rivolte alle donne del Pdl. Lei, la Presidente Boldrini che si era distinta per la condanna come donna di un'offesa ricevuta su Twitter.

Poi è arrivato lui, Berlusconi, è salito sul palco ed ha iniziato il suo solito show nel tripudio dei suoi fan che gridavano "Silvio, Silvio" per tentare di coprire "in galera, dimettiti, delinquente" che arrivavno dal fondo della piazza. Tutto inutile, ma il capolavoro mediatico lo ha confezionato RAInews, evidentemente indispettita da Gasparri, che ha messo in onda due finestre affiancate che mostravano inequivocabilmente le due fazioni opposte.

E qui inizia la parte veramente esilarante che lo showman di Arcore ci ha regalato con la solita espressività che lo contraddistingue. Il primo cadeau comico autocelebrativo è la sua descrizione della folla plaudente che inneggiava al suo passaggio "...sono veramente commosso, venendo qui ho visto ali di folla plaudente già trecento metri prima della piazza che vedo stracolma di...", le immagini in diretta mostreranno che trattavasi di gente inferocita che avrebbe pagato un mutuo per poterlo strozzare sul posto. Per tutto lo show ha ignorato la contestazione, evidentemente ritenendo di essere inquadrato solo in primo piano, convertendo i contestatori in suoi supporter, un gioco di prestigio d'autore.

Il secondo cadeau esilarante, questa volta in chiave commovente, ce lo ha offerto quando ha ricordato cosa gli diceva mamma Rosa: "Silvio tu sei talmente buono, ma talmente buono che ti mancano solo i campanellini ai calzoni per avvertire le formichine quando cammini sul prato...". Lì non ho retto, ho sentito un groppo di commozione salirmi alla gola e mi sono chiesto come si fa ad odiare un uomo così, uno a cui mancano solo i campanellini.

Mente lui ricordava i campanellini di mamma Rosa, appena superato il momento di inevitabile commozione, ho realizzato che il nostro sommo istrione stava ripetendo il solito attacco alla magistratura, ai giudici politicizzati che lo vogliono liquidare perché lui rappresenta il muro che difende le libertà (di chi?). La cosa grave è che, tra i suoi golden boy era presente un certo Angelino Alfano che, guarda la combinazione, è oltre che segretario del Pdl anche, non si capisce cosa prema di più, Ministro degli Interni. Un ministro che supporta una manifestazione contro la magistratura, rea di avere confermato una sentenza di condanna in appello a carico di Silvio, e alle cui sue dipendenze rispondono le forze dell'ordine che sono il supporto per la funzione della magistratura. Una specie di double face istituzionale.Trovatemi un altro Paese, anche pre-civile, dove succede un obbrobrio istituzionale di questo genere.

E il PD? Già il PD, come dimenticarsi dell'altra gamba su cui poggia il neo clerico-governo di Enrico Letta. Mentre Silvio dipanava il suo fantastico show, Il PD stava struggendosi in una assemblea elettiva sul nuovo segretario del partito. Perché non ci fossero dubbi, nel solco di una storica e consolidata reputazione che ha celebrato la "sinistra" come entità politica in grado di non azzecarne una neanche per sbaglio, alla fine hanno deciso per Guglielmo Epifani, nulla da eccepire sulla scelta, ma, udite bene, come segretario protempore. Protempore? Ma come? Siete nella cacca più nera, sulla soglia dell'estinzione, mummificati ed eleggete un traghettatore, e per arrivare dove? Qual'è la sponda?

A quanto pare la sponda la cercano ad ottobre, e nel frattempo che si fa? Si lascia orfano Enrico Letta, visto che Pierluigi Bersani ormai si dedicherà solo alle sue birrette e Matteo Renzi fa il ciclista (senza mani) a Firenze?nIncredibile, la giustificazione è stata che, siccome sono sparpagliati come le foglie in autunno, prima devono "confrontarsi" per mesi per definire una "linea comune".

Una linea comune? Aho! State inciuciando con "campanellino" che vi ha inframezzato in un governo che passerà alla storia come la partenogenesi più orrida di sempre e ancora non sapete chi siete, cosa fate e dove andate? Ma non sarebbe più moralmente decente, eticamente meno deprimente e politicamnte più corretto sciogliervi e levarvi una volta per tutte dai maroni? E qui scatta il "manà... manà..." di Crozza.

 

 

 

 




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