giovedì 21 febbraio 2019 - Raúl Zecca Castel

Combattimenti tra galli in Repubblica Dominicana: tra sangue, scommesse e tradizione

I combattimenti tra galli costituiscono una tradizione di antichissima memoria, un tempo diffusa in quasi tutto il mondo: dalla Cina alla Grecia, dall’Indonesia alla Scozia, dalla Roma imperiale alle Americhe, dove fu portata dai colonizzatori spagnoli, riscontrando un successo che si è tramandato fino ai nostri giorni. 

Sebbene formalmente vietata in molti paesi per la sua estrema crudeltà, infatti, quello dei combattimenti tra galli resta ancora oggi uno “sport” praticato e amato da milioni di appassionati.

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In Repubblica Dominicana, dov’è tuttora legale, questa tradizione coinvolge tutti gli strati sociali della popolazione, dai più poveri a quelli più abbienti. A fianco dei grandi e prestigiosi “gallodromi” della capitale e delle principali metropoli, dove si riunisce l’alta società dominicana – politici, star della tv, cantanti e soprattutto campioni del baseball -, ne sorgono centinaia di più piccoli e umili negli angoli più remoti e rurali del paese, dov’è ancora possibile apprezzarne l’autenticità originaria. Qui, quasi ogni sabato mattina, in un clima di festa catartica che fa seguito a una settimana di duro lavoro nei campi, si improvvisano tavoli da gioco, si balla al ritmo dell’ultima bachatae si beve in compagnia una bottiglia di rum dopo l’altra. Nel frattempo, ai galli che si apprestano a combattere e che sono stati allevati secondo particolari pratiche di allenamento e nutrimento tese ad aumentarne l’aggressività, viene asportato lo sperone posteriore di ogni zampa, per essere sostituito da uno più affilato in plastica dura, capace di ferire, anche mortalmente, l’avversario. 

Quando arriva il momento del primo scontro, gli spettatori si accalcano attorno alla piccola arena dove vengono frettolosamente raccolte le scommesse e grandi quantità di denaro – nella speranza di un maggiore guadagno - vengono impegnate solo sulla base della parola.

La lotta tra i due animali, fomentata dalle urla di incitamento del pubblico, è feroce e brutale. Con rapidi colpi di sperone, i galli si feriscono vicendevolmente in uno scontro violento e sanguinario. Il duello, solitamente, si conclude con la ritirata di uno dei due contendenti, ma non è raro che si arrivi a esiti più fatali.

Vittoria e sconfitta, evidentemente, determinano euforia e disperazione nei rispettivi proprietari, ma perdere un combattimento o, peggio ancora, un gallo, può implicare un circolo vizioso di indebitamento estremamente difficile da rompere, soprattutto in un paese dove, nonostante i tassi di crescita economica tra i più alti dell’intera regione, oltre il 30% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, mostrando così una forbice tra ricchi e poveri sempre più larga. 

Eppure, quando un’altra settimana di fatica e sacrifici starà per concludersi, ancora una volta, i gallodromi torneranno a riempirsi, la musica a suonare e la festa a promettere nuove avventure. Un altro sabato, un’altra scommessa; forse, quella giusta.




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