sabato 24 agosto 2013 - paolo

Clicca sul link "Silvio libero"

Ovvero quando l'informatica diventa strumento divulgativo del qualunquismo allo stato puro.

Mi imbatto, per puro caso trattandosi di un commento ad un mio articolo su AgoraVox (La metafora della barca), in un lettore che invita a cliccare su un link denominato, molto sinteticamente ma altrettanto esplicativamente, Silvio libero .

Non che ci volesse molta fantasia per capire di cosa si trattasse, ma la curiosità mi spinge a cliccare .Si apre un'interfaccia di dialogo, dall'omonimo titolo del link su uno sfondo di copie di testate giornalistiche che riportano la notizia della condanna, con il seguente quesito:

° Cassazione :Silvio Berlusconi condannato a 4 anni!

° Tu cosa ne pensi ?

Sotto la possibilità di scegliere tra due opzioni: "libero" o "in galera", poi inserimento accettazione della privacy, indirizzo mail e, infine, l'invio per esprimere la propria opinione.

Direte: e allora, dov'è la stranezza? Si tratta di un legittimo sondaggio di opinione, ne più ne meno, come molti altri, per di più su uno stile di tipo referendario a cui gli italiani sono assolutamente abituati. Siamo arrivati a quesiti del tipo: vuoi il nucleare oppure no? Nell'evidente consapevolezza da parte dei promotori che la stragrande maggioranza degli italiani, non dico la totalità che sarebbe troppo, è assolutamente ferrata in materia di produzione dell'energia e dei rischi offerti da una centrale termonucleare.

Ho preso appositamente un caso limite per evidenziare la smania del "sondaggismo" su tutto e su tutti. A prescindere.

Tornando nel merito, la prima anomalia sta nel fatto che chi ha ricevuto una condanna a 4 anni dovrebbe essere pacifico che deve stare in galera o, quanto meno, agli arresti domiciliari o, in alternativa, destinato ai servizi sociali

Ma certamente non libero come uccel di bosco. Un condannato con una pena così rilevante deve comunque sottostare agli obblighi imposti dal giudice di sorveglianza ,quindi l'opzione "libero", inteso nella accezione del termine ovvero di "scorazzare", appare del tutto fuori luogo ed è oltremodo preoccupante pensare che ci siano individui in circolazione che se ne strafottono di una condanna a 4 anni.

La seconda anomalia è che già il titolo e la denominazione del link "Silvio libero" sono un chiaro invito guidato a sottoscrivere la posizione di coloro che militano nelle fila dell'ex Cavaliere. Ergo non di scelta si tratta ma di mera sottoscrizione o di adesione ad una tesi che è quanto più distante possibile da un sondaggio d'opinione. Potevano quindi anche esimersi dal proporre l'opzione "in galera" perché, con ogni evidenza, queste e-mail verranno scientemente scartate, stante l'evidenza di chi siano gli autori del link. 

Ma la parte più inquietante è quel "tu che ne pensi?" in relazione alla sentenza della Cassazione. Ma che si può pensare di una sentenza emessa da un organo supremo che si occupa di una materia delicata come quella giudiziaria, peraltro ad un terzo grado di giudizio?

E' come chiedere se ti piace di più il pollo fritto o quello al forno? Quanti hanno letto le 140 pagine sulle motivazioni della sentenza e quanti ne hanno cavato un ragno dal buco? Domande che nel paese "alla rovescia" cadono regolarmente nel vuoto, soverchiate dal qualunquismo mediatico dilagante che ogni giorno ci bombarda di "opinioni " autorevoli o presunte tali.

E' un tormentone che sta strozzando la vera informazione, quella che dovrebbe interessare i cittadini, pur di strumentalizzare una vicenda di ordinaria delinquenza che coinvolge un solo cittadino, seppur di rango politico e sociale importante, quale quello di Silvio B.

Si è arrivati perfino, a forza di sentirlo ripetere, a ritenere che è del tutto normale che tutti "possono criticare una sentenza". Ma tutti chi? La sora Cesira?

La demenzialità del quesito proposto, al di là della evidente strumentalità di parte, è così evidente da dover farci riflettere su che razza di gente vive a nostro contatto di gomito, magari sono persone che tutti i giorni incontriamo e salutiamo.

E che vanno a votare!

 




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