lunedì 10 ottobre 2022 - Giovanni Greto

Cinque concerti All’Ateneo Veneto

Musikàmera e Archivio Musicale Fano propongono concerti negli spazi del più antico Istituto di Cultura attivo oggi a Venezia

Prima di riavviare la programmazione della stagione principale, passata una pausa trimestrale estiva, Musikàmera assieme all’Archivio Fano, ha progettato un’espansione di proposte musicali in un palazzo un tempo antica Scuola di San Girolamo e Santa Maria della Consolazione.

La rassegna Concerti all’Ateneo Veneto è iniziata con l’esibizione del chitarrista Marco Battaglia (Milano, 1969), anche musicologo e collezionista, ma soprattutto specialista della musica dell’Ottocento, che interpreta con chitarre originali dell’epoca da oltre 25 anni.

Una delle principali tematiche dei suoi concerti solistici è di rendere edotto il pubblico della passione per la musica e per la chitarra, che amava molto suonare, del patriota Giuseppe Mazzini ( Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872). In particolare, egli ha lasciato una interessantissima “Filosofia della musica”, a dimostrazione delle sue conoscenze di questa antica arte. Battaglia ha perciò predisposto un programma di autori che piacevano a Mazzini, citando numerose lettere dell’esule alla madre, cui chiedeva di spedirgli a Londra, città nella quale aveva fondato una Scuola Italiana e nella quale risiedette per quasi 25 anni, spartiti per lo strumento e le sue chitarre, tre attualmente sopravvissute, conservate nel Museo del Risorgimento di Genova, nella Domus mazziniana di Pisa e nella collezione privata di Battaglia.

A Venezia l’artista ha suonato uno strumento datato 1811, di cui è diventato proprietario, oltre ad esser stato nominato musicista conservatore per la chitarra conservata a Pisa. Fu costruito da uno dei due liutai che si firmavano Gennaro Fabricatore, celebre bottega napoletana.

Il concerto è iniziato con l’esecuzione di sei dei “43 Ghiribizzi M.S. 37 “ di Niccolò Paganini (1782 – 1840), il quale si formò sul mandolino e sulla chitarra e compose più di cento pezzi per chitarra sola. I ghiribizzi furono scritti per una bambina ed erano in parte originali, in parte trascrizioni da frammenti di opere di celebri musicisti, come il n.16, “In cor più non mi sento”, dalla “Molinara” di Giovanni Paisiello, il n.20, “Là ci darem la mano” dal “Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart. Lo strumento, del primo Ottocento, di dimensioni più piccole, rispetto a quelle della chitarra moderna, ha in sé un gradevole suono delicato, con una voce, ha spiegato Battaglia, assai particolare, molto più vicina al mondo del Belcanto e della lirica in generale ed è estremamente diverso da quelli della seconda parte dello stesso secolo.

Del secondo autore in programma, Luigi Moretti (Napoli?, 1765 ca. - 1850 ca.), Battaglia ha eseguito il primo tempo (Andante – Grazioso) dalla intensa “Sonata op.2”. Il musicista è venuto alla luce solo negli ultimi anni, mentre si hanno più conoscenze del fratello Federico (Napoli, 1769 – Madrid, 1839), egli pure chitarrista. Tutto questo, grazie alle ricerche di due studiosi : Massimo Agostinelli e Danilo Prefumo.

Il terzo autore, Mauro Giuliani (Bisceglie, 1781 – Napoli, 1829) è, secondo Battaglia, il nostro massimo chitarrista e compositore. Di lui, il colto musicista ha eseguito “Variazioni sul tema favorito Io ti vidi e t’adorai dall’opera Amazilia di Giovanni Pacini (Catania, 1796 – Pescia, 1867) op.128".

La stima profonda di Mazzini per Gioacchino Rossini (Pesaro, 1792 – Pessy, Parigi, 1868), ha indotto Battaglia a scegliere come secondo pezzo, “Rossiniana n.5 op.123”, ossia Pot-pourris su temi di opere di Gioacchino Rossini, “la cui struttura – scrive il chitarrista nel programma di sala - rivela una forza autonoma, grazie a geniali trascrizioni, variazioni e parti originali in perfetto equilibrio tra spiegata cantabilità e frasi trascinanti e scintillanti. Momenti giocosi si alternano a istanti intrisi di patetismo, incisi di opera buffa s’incastrano ad accenti dolorosi”.

Non poteva mancare un ricordo di Verdi, con il quale Mazzini si incontrò a Londra nel 1847, anche se gli storiografi non nutrono una certezza al 100 per 100 su questo episodio. E’ però ipotizzabile che Mazzini abbia conosciuto le brillanti riduzioni per chitarra sola di tante arie del famoso autore realizzate da Janos Gaspar Mertz (1806 – 1856), chitarrista e compositore nato a Pressburg, oggi Bratislava (Slovacchia), allora capitale del regno d’Ungheria e parte dell’impero austroungarico. Battaglia ha eseguito “Open Revue op.8 n.29”, ossia Fantasia su temi della Traviata di Giuseppe Verdi (1813 – 1901). Molto delicata, nell’interpretazione dello strumento, la versione strumentale dell’Allegretto “Libiam ne’ lieti calici”, rispetto a quella cantata a piena voce che si è soliti ascoltare a completamento del concerto di Capodanno al Teatro La Fenice.

Il programma si è concluso con l’ascolto di tre (n.2 in Mi minore; n.7 in La maggiore, Prestissimo; n. 36 in Mi maggiore, Moderato) dai “Trentasei Capricci op.20” di Luigi Rinaldo Legnani (Ferrara, 1790 – Ravenna, 1877), un’opera fondamentale, obbligatoria, dei Conservatori. E’ un finale di concerto volutamente brillante, percorso da un tipo di virtuosismo che è sempre una visione interiore di quel Belcanto tanto amato allora, permeato da un’effettistica funambolica di stampo paganiniano, ma mirante a esprimere, con profondità di sentire, affetti di impressionanti proporzioni e intensità, come si legge nelle note conclusive del programma di sala, interamente redatto da Marco Battaglia.

Applausi affettuosi hanno indotto il musicista ad offrire un breve bis : il Valzer n.6 in Mi maggiore di Mauro Giuliani.

La rassegna proseguirà, sempre alle 18, il 20 ottobre; il 10, 14 e 24 novembre.

Tornando a Musikàmera, la stagione riprende domenica 16 e lunedì 17 ottobre con il Quartetto Adorno, il quale proseguirà a proporre l’Integrale dei Quartetti per archi di Beethoven : V° e VI° concerto, secondo il consueto inizio, alle sale Apollinee della Fenice : ore 20.




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