mercoledì 26 agosto 2020 - Attilio Runello

Chiuse le liste regionali: i partiti di governo corrono separati

Si sono chiuse le liste per le elezioni regionali. L'unico accordo che è stato raggiunto fra i partiti di governo riguarda la Liguria, dove PD e 5stelle appoggiano lo stesso candidato.

Alla luce della mancanza di accordi risulta chiaro che mancano alleanze stabili fra i partiti di centrosinistra. Italia Viva e 5stelle corrono da soli. Sino a un paio di anni fa il centrosinistra governava diciassette regioni. Adesso gliene sono rimaste sette. E rischia di perderne altre due.

 

 

Come riporta un comunicato Ansa “Il centrodestra unito, i partiti che compongono la maggioranza no. L’ora del gong per la chiusura delle liste Regionali non porta novità, in zona Cesarini” e fotografa quella che, per la maggioranza, è una partita in salita.

Pd, M5S e Iv non corrono assieme in nessuna Regione. Laddove, come in Liguria, Dem e Movimento sono riusciti a trovare un accordo i renziani si sono sfilati, a testimonianza del fatto che il centrosinistra a “tre gambe” – Pd, moderati e cinquestelle –proposto da Goffredo Bettini è poco più che un’utopia. E Nicola Zingaretti, consapevole della posta in gioco – per l’esecutivo ma anche per la sua leadership – sottolinea un unico dato: “il Pd è la vera alternativa alle destre””

A questo punto è chiaro che fra i partiti che sostengono il governo si può parlare di accordo, ma non di alleanza. Fanno fatica a trovare una convergenza al governo sulle leggi da approvare. Sino ad oggi hanno gestito l’emergenza Covid-19 e hanno approvato la legge di bilancio. Hanno fatto ricorso al debito pubblico per centoventi miliardi da gennaio di quest'anno. Hanno trovato inoltre un accordo sulla sanatoria per gli emigranti. Per il resto anche il conclamato successo sull’acquisizione di Autostrade sembra sfumato. Il Recovery Fund è ancora da venire. La gestione dell’afflusso degli emigranti vede annaspare il Governo. L’accordo di Malta è un vago ricordo del passato. Sul referendum hanno posizioni opposte.

Il comunicato Ansa continua: “L’election day del 20 e 21 settembre – si vota in 7 Regioni, sul referendum, alle suppletive per un seggio al Senato in Sardegna e in 1182 Comuni – è destinato ad avere ripercussioni nazionali. A rischiare, forse, non è tanto il governo ma la stabilità della maggioranza e quella interna ai partiti. Il Pd è chiamato a tre sfide cruciali: in Toscana, Marche e Puglia. In tutte e tre le Regioni i sondaggi, al momento, non sono rassicuranti e per i Dem diventa fondamentale conquistarne almeno due su tre.”

Forse canteranno vittoria se riusciranno a conservare la Toscana. Come hanno fatto per l’Emilia Romagna, quando hanno perso la Calabria. Sino a un paio di anni fa il PD governava 17 regioni. Adesso ne governa 7 e rischia di perderne altre due a favore del centrodestra. Segnatamente rischia di perdere Puglia e Marche. Anche se Salvini cerca di dare la spallata anche in Toscana. I nostri telegiornali non ne parlano ma Salvini insieme alla candidata per la Toscana, la Ceccardi, continua a girare le piazze e i mercati. A volte trova qualche contestatore. Le sardine sono scomparse.

La differenza fra PD che ha un apparato di partito e i 5stelle che non lo hanno e pagano la mancanza di esperienza risulta sempre più evidente. Il PD non perde occasione per attaccare l’opposizione e anche i suoi alleati di governo, come di recente con la Raggi e la Azzolina. Il movimento che quando faceva opposizione era bravissimo ad attaccare il PD ora fa passi indietro: Crimi ha di recente ammesso che anche su Bibbiano non si può colpevolizzare tutto il PD.

 




Lasciare un commento