lunedì 12 agosto 2013 - Antonella Policastrese

Chi è extracomunitario?

Ennesima tragedia del mare. Viaggio della speranza che ha inghiottito giovani vite restituendole alla riva. Mare che ogni giorno in questa continua lotta per la sopravvivenza, pretende un tributo di carne umana e non va tanto per il sottile, se a morire sono giovani o donne o bambini in cerca di un futuro che si arena sul nascere.

Persone che cercano un'alternativa fuggendo dai loro paesi d'origine, ma che quando toccano il suolo italico non sanno cosa li attende e non s'immaginano lontanamente che questa terra è peggio del deserto che attraversano.

Giunti in Italia vengono trasferiti nei nuovi bagni penali. Ammassati e tenuti prigionieri aspettando un permesso che non arriverà mai. Intanto a guadagnare sulla loro pelle sono coloro che gestiscono i centri di prima accoglienza. Incentivi che vengono direttamente dall'Europa per tenerli stipati come polli d'allevamento. Un'Europa refrattaria ai bisogni dei poveri che non vuole gli immigrati e pur tuttavia si arroga il diritto di definire razzisti noi italiani, alle prese con una crisi che ci sta togliendo ogni elementare diritto.

Giovani extracomunitari che chiedono di studiare, che vogliono una vita degna di essere vissuta, che non sanno come la crisi stia sbattendo fuori dalle università gli stessi giovani italiani che, come loro, non hanno nessun diritto, ma solo il dovere di pagare tasse, quando riescono a racimolare qualche lavoretto a nero.

Eppure in questa Italia che si dichiara non razzista, accusata da alcune frange politiche di esserlo non appena si porta alla luce il problema, il Ministro dell'integrazione, o chi per lei, non è capace di interpellare gli europei per chiedere che i nuovi poveri abbiano la possibilità di muoversi dentro l'Europa, non rimanendo nelle colonie penali dell'Italia, per stimolare gli appetiti di quanti sulla loro pelle ci guadagnano.

Viene da chiedersi se la nuova forma di razzismo non sia questo sventolare il vessillo di diritti umani che i poveri non hanno più, in quanto comincia a non esserci nessuna differenza tra loro e la maggioranza di noi italici che disperatamente viviamo un'esistenza ai margini, ridotti in miseria da una crisi che pesa solo sulle fasce deboli di questa umanità dolente.

Chi crede di essersi messo un pennacchio da utilizzare, come strategia per una prossima campagna elettorale, farebbe meglio a svegliarsi dal sonno dell'egoismo per fornire risposte a noi Italiani e a questi sventurati del mare. Il mare che non rappresenta più salvezza, ma determina una nuova schiavitù per chi arriva a destinazione, morte garantita per chi invece non ce la fa.

 

Foto logo: Carlo Alfredo Clerici/Flickr




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