martedì 29 novembre 2016 - Giuseppe Aragno

Castro, Saviano e la morte della storia

Arrangiandosi con il vocabolario povero di cui dispone, Saviano scrive, liquidatorio e sprezzante, che è «Morto Fidel Castro, dittatore».

Alle Idi di Marzo del 44 a.C. si sarebbe ripetuto – «Morto Giulio Cesare, dittatore» – ma avrebbe lasciato nell’ombra il problema storico costituito da Bruto e Cassio, le domande senza risposta, i dubbi e la complessità del tempo di cui erano figli. Le differenze profonde, i contesti, il segno lasciato nella storia, non contano nulla.
Saviano è il prodotto più riuscito di un imbroglio che il capitale non a caso ha chiamato «morte della storia». Lui non ragiona e non vuole far ragionare. E’ nato in provetta, da un esperimento che l’ha voluto così com’è nelle parole che scrive: olio che scivola sull’acqua.




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