venerdì 22 marzo 2013 - Doriana Goracci

Caro Pontefice, noi donne (figlie, madri, nipoti e nonne) non siamo scomparse

La fatalità ha voluto che quando ho appreso il paese di “residenza” dell’attuale papa Jorge Mario Bergoglio, mi siano venute in mente subito le Madri di Plaza de Mayo a Buenos Aires.

Ho scritto sulla mia pagina Facebook: "Spero che il nuovo Papa Francesco, italo-argentino, ricordi… Noi donne non scordiamo un altro marzo”.

24 marzo 1976: in Argentina un golpe militare instaura una dittatura che durerà ben 7 anni durante i quali migliaia di persone sono arrestate, torturate, uccise, scomparse, “desaparecidos”. Circa 500 giovani donne incinte vennero fatte partorire incatenate in prigione e uccise subito dopo il parto. I loro piccoli vennero dati in adozione, falsificando i documenti, a famiglie della giunta o a loro simpatizzanti. Da allora le nonne “abuelas” di questi bambini scomparsi si sono ritrovate in Plaza de Mayo a Buenos Aires per manifestare e hanno dedicato la loro vita al tentativo di ritrovare i loro nipoti”.

Da un articolo di Maurizio Chierici del 3 maggio 2006, stralcio: "L´ultimo libro di Horacio Verbitsky, "L'isola del silenzio" scava nelle complicità più o meno nascoste sulle quali mai è stato aperto un confronto coraggioso. Saggio che ha il passo di un racconto nell´impalcatura di documenti, testimonianze, confessioni precise ed incalzanti.

Riporta ai gironi dei campi di sterminio nazisti anche se i morti sono "solo" 30 mila, scelti uno per uno con vescovi e tanti sacerdoti testimoni dagli occhi chiusi. Sapevano e difendevano l´ordine militare impegnato a spegnere il "pericolo comunista". ”Per aver servito la sua Chiesa con grande generosità e impegno (cardinale Raul Primatesta, parole del necrologio del cardinale Bergoglio) viene confermato per quattro volte presidente della commissione episcopale, esercita per trent'anni un´influenza senza limiti sulla gerarchia cattolica e nella vita istituzionale del paese.

Si è opposto con tenacia ad ogni critica sulla collaborazione tra sacerdoti e vescovi e militari assassini. E ogni volta che le madri di Piazza di Maggio hanno chiesto di incontrarlo per intercedere la sua collaborazione nel fare luce sui figli, mariti e nipoti spariti, il cardinale ha sempre fatto sapere che non vive nel passato, e non ha niente da dire a riguardo. E non le ha ricevute.

(Dall’ intervista a Horacio Verbitsky): "Il cardinale Bergoglio, al tempo provinciale dei gesuiti, oggi presidente della Commissione Episcopale, ha risposto attraverso il portavoce, sacerdote Guillermo Marcò. Ha tentato di squalificare la mia persona dichiarando che avevo intenzione di danneggiarlo nelle settimane del Conclave nel quale figurava tra i papabili (danneggiarlo perché il libro raccoglie storia e testimonianze su due gesuiti, Yorio e Jalics, che Bergoglio avrebbe “abbandonato” permettendo la persecuzione dei militari). Cosa che è cronologicamente impossibile, dato che il libro è frutto di anni di indagini ed è stato consegnato sei mesi prima dell'aggravarsi delle condizioni di Gianni Paolo II.

Per screditare l´inchiesta si dice che il prete Orlando Yorio non poteva confermare in quanto morto; invece era vivo, nel 1999, quando ho pubblicato la prima intervista nella quale – lui vittima – accusava Bergoglio. Non ha smentito. Al contrario, mi ha inviato poche righe che si aprono con la parola “Grazie”. Un sacerdote vicino a Bergoglio mi ha rimproverato: “Il cardinale è sempre stato molto stimato…”. Ho risposto: 'Quando ho trovato questi documenti cosa dovevo fare? Stracciarli o fingere di non averli visti?'."

L’85enne Hebe de Bonafini, simbolo delle Madres de la Plaza de Mayo che reclamano il ritorno e il sapere dove siano finiti i propri figli desaparecidos, alla domanda "Che ne pensi di Bergoglio Papa?" ha risposto "Amèn". Lapidario commento sia di Hebe che di Verbitsky, autore di "El silencio", sulle relazioni segrete della chiesa con l’Esma. Entrambi non perdonano a Bergoglio la connivenza con i militari durante la dittatura. Nel 2005 con il libro "L’isola del silenzio", Verbitsky, raccoglie le testimonianze di sopravvissuti e parenti dei desaparecidos, ricostruisce la storia del campo di concentramento dell’isola di El Silencio, nell’Arcipelago del Tigre e ruolo della Chiesa nella dittatura argentina. L’inchiesta di Verbitsky mette in evidenza i retroscena dei rapporti tra la dittatura argentina e le gerarchie ecclesiastiche, chiamando in causa alcune figure di spicco del Vaticano, come in nunzio apostolico Pio Laghi, papa Paolo VI e il cardinale Jorge Mario Bergoglio, futuro Papa Francesco.

Non provo piacere alcuno nel rammentare queste cose e nell’apprenderle, ma trovo doveroso farle conoscere. Per il futuro. Anche al Papa. Non aggiungo altro, in quanto persone ben più autorevoli di me, negli anni passati e in queste ore, hanno scritto, come Stella Spinelli l’11 maggio del 2006 "Il lato oscuro del cardinale" a cui ha fatto seguito, riprendondolo, Don Vitaliano: "Questo cardinale poteva essere papa!"

Noi donne non siamo scomparse e non scordiamo. Personalmente posso fare a meno dell’indulgenza plenaria ma non della verità. Con sorellanza.

 




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