venerdì 25 giugno 2021 - paolo

Caro Grillo, fatti più in là... torna a fare il comico

Poteva ma non doveva finire così. Anni fa proprio su questo blog, dopo un primo iniziale successo elettorale, scrivevo che se il M5S voleva avere un futuro politico prima o poi doveva sganciarsi dal suo fondatore, ovvero Beppe Grillo.

La verve comica, la satira e anche l'intelligenza e la lucidità di Beppe è stata un elemento propulsivo formidabile perché è servita a mettere a nudo un sistema politico marcio, strutturato sulla difesa di interessi personali e di lobby economico finanziarie che permeano tutti i partiti, nessuno escluso. Poi la storia ci ha consegnato un M5S prima forza politica in Parlamento e ha espresso come premier, in due maggioranze differenti, Conte. Sembrava una svolta.

Purtroppo l'ultima presa di posizione di Beppe Grillo, che segue al suo delirio mediatico sulla sull'accusa di stupro a carico del figlio, mette in chiaro che un comico, per quanto brillante ed intelligente, non può diventare uno statista. L'ultima uscita "Sono un garante e non un coglione", mette una parola fine. E' evidente che Grillo teme che la personalità di Conte, uomo che gode di stima universale al netto di Salvini, possa sfilargli di mano la sua creatura. Non credo sia per smania di potere ma semmai per puro orgoglio. Nessuno deve provare a soffiargli la sua creatura. 

Il primo errore fatale Grillo lo ha commesso quando ha spinto il M5S ha far parte del governo Draghi. Le modalità con le quali Conte è stato fatto fuori, chiare a limpide ha chi un pò di sale in zucca, avrebbero dovuto indurlo alla decisione opposta. Invece ha spinto il movimento nel calderone che il presidente Mattarella ha confezionato, in totale accordo con tutti gli altri partiti, PD in primis, per strappare la leadership del M5S dalla gestione dei fondi del Recovery found. Per giunta facendosi fregare come un pirlotto qualsiasi sulla "transizione ecologica", da vecchi marpioni con metri di pelo sullo stomaco. Insomma Conte è quello che si è procurato i 200 e passa miliardi dalla UE, ma come distribuirli e soprattutto a chi destinarli è altra faccenda. E Draghi è lì per questo. Già Draghi, dopo l'ossessiva richiesta del MES senza il quale avremmo assistito all'estinzione della specie italica, finalmente è arrivato il Messia e il MES non serve più. L'economista De Romanis, moglie di Binismaghi, appena poneva le terga sulla sedia implorava l'arrivo del MES. E' sparita. E' di ieri il commento di un tizio, uno dei tanti che affollano i talk show nostrani che, alla osservazione fatta dalla conduttrice sul fatto che Draghi avesse glissato su alcune domande rivoltegli, se ne è uscito cosi' " Draghi parla anche con i suoi silenzi ". Stiamo virando dal culto della personalità alla omosessualità.

Adesso assistiamo al secondo e decisivo errore di Grillo "Non è il M5S ad aver bisogno di Conte ma semmai è viceversa". Che denota l'intorpidimento e la confusione mentale che sta attraversando Beppe in questo periodo. E' evidente a tutti che senza Conte il M5S va a ramengo, o quanto meno è destinato a tornare alle barricate alla Di Battista. Così come pure è evidente che Conte, professionista ben pagato e stimato, non ha mire politiche esistenziali; insomma non è il Salvini della situazione che se esce dalla politica va a fare il commesso di negozio, con tutto il rispetto per i commessi.

Il dispiacere sta nel fatto che questo disgraziato paese, preda di politici corrotti, delinquenza istituzionale e mafie dal colletto bianco, avrebbe bisogno come il pane di un forte M5S. Anche e soprattutto proprio per la massa di imbecilli che vivono la politica da tifosi, ben ammaestrati dai media nostrani, specializzati in fakenews. E che fa il comico? Si mette di traverso e ringhia per difendere l'osso.

Ma va a fan..............!!

Foto: Wikimedia




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