mercoledì 21 ottobre 2015 - Carcere Verità

Carcere di Parma fuorilegge: “Interverrà mai qualcuno per riportare la legalità?”

Dopo l’ultimo colloquio, Rachid mi ha fatto uscire diversi documenti, tra cui la stampa di un articolo del Marzo del 2010, apparso su un blog che io conosco bene: “Urla dal silenzio”, che porta questo titolo:

“Carcere di Parma fuorilegge: lettera dei detenuti”

La lettera raccontava l’epilogo della storia di Gaetano Gangi, un ragazzo che qualche mese prima aveva cominciato 47 giorni di sciopero della fame, per ottenere il riavvicinamento a casa e poter effettuare colloqui con il fratello.

La sua richiesta non cadde nel vuoto, ma come spesso succede, venne fraintesa e strumentalizzata a suo danno: facendolo passare per malato psichiatrico, lo rinchiusero Nell’O.P.G. di Reggio Emilia.

“Il detenuto Gangi Gaetano dopo 47 agiorni di sciopero della fame è stato ricoverato nell’O.P.G. di Reggio Emilia. La sua protesta pacifica, per avere un trasferimento vicino ai famigliari, per potere effettuare colloqui con loro, si è trasformata in un calvario.

La Direzione di Parma, usando i metodi dell’Unione Sovietica psichiatrizza chi dissente con lo sciopero della fame. Compiendo un atto arbitrario e barbaro che non potrebbe commettere senza la complicità dello psichiatra del carcere.

Il Direttore del carcere, Silvio Di Gregorio, ritiene che il carcere sia una sua proprietà personale; e per questo motivo si sente in diritto di interpretare nel più assoluto arbitrio le leggi e i regolamenti, ritenendo che i detenuti hanno un solo diritto. QUELLO DI NON AVERE DIRITTI. Ma solo concessioni, decise da lui. Pertanto, il dissenso per qualsiasi motivo è ritenuto un affronto personale.

La Commissione per la Prevenzione della tortura dell’Unione Europea l’ha condannato nel 2006 dopo una visita nel carcere di Parma, ma a tutt’oggi continua a fare quello che vuole. E’ palese che lo può fare con la complicità di tutte le autità giudiziarie che dovrebbero garantire la legalità all’interno del carcere.

Interverrà mai qualcuno per riportare la legalità nel carcere di Parma?”

Questo appello disperato, di cinque anni fa, oggi è molto attuale. Oggi che quelle violenze sono uscite allo scoperto e sono diventate oggetto di indagine da parte della Procura di Parma.

L’uso arbitrario della forza in carcere, non è più un tabù e sono stati gli stessi agenti a sdoganarla, confessandola apertamente, traditi dalla loro stessa sicurezza.

 

Foto: Luca Rossato/ Flickr




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