mercoledì 24 maggio 2017 - Carmelo Musumeci

Carcere | Recensione di un ergastolano del libro “Cattivi per sempre?”

Il carcere in Italia spesso, oltre a non rieducarti, ti ammazza la mente e il cuore e lo fa in silenzio senza che nessuno sappia nulla, perché ci vuole tanto coraggio a scendere all’inferno e parlare, confrontarsi con i maledetti, i cattivi e i colpevoli per sempre. La giornalista Ornella Favero l’ha fatto. E dall’esperienza di questo viaggio ha scritto un bellissimo libro dal titolo: “Cattivi per sempre? Voci dalle carceri: viaggio nei circuiti di Alta Sicurezza” (Editore: Edizioni Gruppo Abele).

Se leggerete questo libro, con le testimonianze raccolte da Ornella, scoprirete che gli ergastolani senza scampo passano la loro esistenza ad osservare la loro vita senza farne parte, perché non hanno più giorni davanti che li aspettano. E al mattino si svegliano con le ossa rotte, il cuore a pezzi e l’anima in fondo al mare perché la pena dell’ergastolo ostativo è una condanna senza umanità, ti ruba l’amore, ti mangia il cuore e ti succhia la speranza.

Verrete a sapere che esiste una "pena nella pena", perché i gironi infernali del regime del 41 bis e dell’Alta sicurezza dei cattivi per sempre sono spesso dei veri cimiteri che ti fanno sentire che non fai più parte di questo mondo. E con il passare degli anni molti di loro diventeranno dei veri vegetali: né morti né vivi.

Forse molti di voi non sanno che non tutte le carceri sono uguali e, secondo il comportamento processuale o il tipo di reato, attraverso criteri molte volte arbitrari, rimessi a una specie di dispotismo delle autorità carcerarie, vengono sbattuti nel girone più basso delle nostre patrie galere.

Se leggerete questo non potrete più dire “io non sapevo” perché verrete a conoscere, da una seria giornalista, che i circuiti di Alta Sicurezza sono spesso dei veri luoghi di follia istituzionale, senza orizzonti e senza nessun Dio.

Leggendo questo libro scoprirete che nella maggioranza dei casi il carcere, così com’è oggi in Italia, produce solo tanta recidiva, perché una pena crudele e cattiva non fa riflettere sul male commesso. E una sofferenza inutile non fa bene a nessuno, neppure alle vittime dei reati.

In fondo ai cattivi per sempre non serve poi molto per migliorarsi, se non un po’ di speranza e amore sociale. Sono convinto, come lo è l’autrice di questo libro, che senza speranza è difficile rimanere umani, perché è difficile migliorare quando capisci che non esisti più e non conti più nulla.

Ogni essere umano per migliorare e riflettere sul male che ha commesso ha bisogno di sperare e di essere condannato ad amare ed essere amato, perché solo l’amore sociale ti fa uscire il senso di colpa. Grazie, Ornella, di avere scritto questo libro e di avere dato voce e luce ai “cattivi per sempre” e grazie a chi lo leggerà perché, per migliorare le nostre infernali Patrie Galere, i lettori sono anche più importanti degli scrittori.

 

Carmelo Musumeci

 




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