mercoledì 8 marzo 2023 - Giovanni Greto

Café-Concert, “il Caffè-Concerto” al Palazzetto Bru Zane

Tre giorni immersi nell’atmosfera dei caratteristici locali parigini, ma non solo

 

Il palazzetto Bru Zane nell’imminenza del Festival primaverile (1 Aprile – 15 maggio) dedicato alle compositrici, che verrà presentato e arricchito da un concerto il 23 marzo alle 18, ha proposto una tregiorni, coronata dal successo, alla scoperta dei cosiddetti Café-Concert.

Erano dei luoghi conviviali che proliferarono nel primo Ottocento e che presentavano un’ampia serie di intrattenimenti, al punto che presto sarebbe stato coniato il termine varietà : poesia sentimentale, pantomima, danza ammiccante, scena cantata in duetto, canzone per solista comico, brevi pezzi per pianoforte, imitazione, esibizione di un ventriloquo, numero acrobatico o di prestidigitazione. Gli spettatori, anche se ubriachi, continuavano a rimanere seduti col fiato sospeso, rinnovando le consumazioni.

A trasportare il pubblico all’indietro nel tempo, dando vita ad un recital malizioso, divertente e poetico, ci ha pensato la brillante e fantasiosa attrice e chanteuse, regista teatrale e cinematografica Emeline Bayart (Lille, 19 giugno 1978), accompagnata dal pianista Manuel Peskine, un musicista che si dedica alla composizione e alla direzione d’orchestra attraverso la musica classica, il Jazz e le musiche del mondo.

Una domenica pomeriggio, per chi scrive e per il pubblico che ha riempito completamente la sala, trascorsa piacevolmente ad ascoltare, in oltre 70 minuti, 18 canzoni o canzoncine, come le ha definite l’artista, che richiedono un’interpretazione magistrale, veri e propri gioielli di poesia e di umorismo: ritratti divertenti e spiazzanti, catturati con finezza. Un florilegio di personaggi fuori dal tempo, un inno a donne fantasiose e piene di ‘panache’.

Le canzoni ascoltate sono state composte in un arco di tempo che va dal 1895 al 2015.

Ogni brano rappresenta una sintetica pièce teatrale, dal carattere popolare, che può far ridere o piangere, spaventare o commuovere. In ogni caso, strutturata per suscitare emozioni immediate.

Grazie alla verve e alla professionalità, attoriale e vocale, Emeline ha conquistato e coinvolto la platea, attraverso frequenti recitativi che, visto l’utilizzo del francese, non tutti in sala hanno compreso perfettamente. Ma coloro in grado di capire non hanno saputo trattenere scoppiettanti risate.

Tra i compositori in scaletta, c’era anche il famoso chansonnier e poeta George Brassens (1921 – 1981), del quale il duo ha interpretato ‘Le Bricoleur’ (1952), il cui testo dà voce con estro a una donna che racconta gioie, dolori, piaceri e frustrazioni del matrimonio con un Bricoleur, che desidera solo la sua cassetta degli attrezzi.

Assai gustoso il duetto avviato sulle note di ‘Mémère dans les Orties’ (2005), una specie di commedia scritta dalla cantante Juliette e dall’attore François Morel. I due sembrano litigare, in uno scambio verbale pieno di ironia, battute ed effetti stilistici, fino alla sorpresa finale : si tratta del preambolo del loro matrimonio.

Verso la fine, la cantante ha coinvolto il pubblico narrando,in 'Partie Carrée’ (1895) con giochi di parole scurrili, tipici del repertorio, le infinite infedeltà di due coppie : i Bouton e i Budin.

Spiazzante e divertente il brano conclusivo, ‘Le Tango stupéfiant’(1936) di Ralph Carcel, Philippe Olive e Henri Cor. A ritmo di tango, una donna lasciata dal suo amante, vuole dimenticare il dolore nella droga. Ma, poiché costa troppo, ripiega senza batter ciglio sull’eucalipto, la naftalina, il carbone e la candeggina.

Applausi generosi hanno salutato i musicisti, sorridenti e felici di aver suonato in un palazzo veneziano del 1695, dove Emeline Bayart è stata invitata per la terza volta.




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