lunedì 23 marzo 2020 - Ferdinando

COVID-19, un virus perfetto nel migliore dei mondi possibili

Con un inizio indimenticabile ricorderemo la fine del 2020 come “Annus Horribilis”, quello della pandemia che si ripete ogni 100 anni con morti, malati e guariti, con conseguente caduta dell’economia e posti di lavoro. Allo stesso tempo questo evento ci ha cambiati, ci ha resi “modello” per altri paesi, ci ha indotti ad affacciarci ai balconi fare amicizia con i vicini e cantare a squarcia gola le canzoni italiane, l’inno nazionale, cose mai viste.

A mente fredda e scevri da cinismo, potremmo guardare a questi momenti con più logica, poesia e senso della vita. Come il racconto di Gabriel Garcia Marquez “l’amore ai tempi del colera”, nonostante la guerra civile e il virus che imperversa nel paese, dopo oltre 50anni finalmente si realizza quell’amore tanto atteso. Non tutto è perduto.

Un Virus intelligente che non fa paura

Una cosa è certa, se analizziamo il problema per assurdo possiamo immaginare che sarebbe potuto capitare di peggio. Un virus che si mangiava gli organi, ci faceva cadere la pelle in enormi sofferenze, oppure attaccava i bambini anziché i vecchi, che avrebbe preferito le zone più povere, magari solo quelle al caldo o al freddo, zone industrializzate rispetto alla campagna. Oppure preservato capi di stato e magnati dell’industria, addetti al settore come medici ed infermieri. Nessuno è stato escluso per diritto di nascita, di censo o titolo nobiliare. Niente di tutto ciò, il covid-19 si è presentato in tutta la sua essenza egalitaria, pragmatica e senza dare eccessive paure. Nonostante quasi 5000 morti e 50mila contagiati italiani, c’è chi ancora rivendica il diritto di andare a farsi la corsetta per tenersi in forma. Basta guardare l’andamento dei focolai quello che è successo in Italia è stato il paradigma di ciò che sta avvenendo nei paesi europei. Da noi è partito dalla laboriosa e produttiva Lombardia per allargarsi nel resto d’Italia con azioni e restringimenti via via che cresceva il contagio. L’improvvisazione del Governo ha regnato sovrana, mentre i Governatori delle Regioni hanno preso decisioni proprie rispetto ad una soluzione unitaria, aggiungendo confusione. Così Francia, Spagna, Germania, Inghilterra cercano di adeguarsi, vanno in ordine sparso anziché focalizzarsi in un’azione forte europea. Come mai questo schema?

La domanda esistenziale

E’ una pandemia che ci deve fare preoccupare oppure è già stato tutto calcolato? Le perdite e i guadagni sono cosa nota ed accettabile? E’ evidente che in qualunque modo affrontiamo la domanda la risposta è preoccupante. Se tutto è stato previsto e sotto controllo, financo il doppio dei decessi attuali, chi ha deciso e perchè questo andamento? Viceversa, se si tratta di una cosa inaspettata, da capire e gestire, siamo messi peggio. Una incognita presa sotto gamba da una intera classe dirigente, i cui effetti sono tutti da scoprire sulla pelle delle persone.

Il merito più grande del Covid19 è stato quello di proporsi quasi innocuo, poco cruento, alla stregua di una leggera influenza che prima o poi passa. Le statistiche, i virologi e giornali hanno fatto il resto. Ci hanno spiegato che colpisce solo i vecchi, quelli per lo più con malattie endemiche addosso, che bastava lavarsi le mani, gli occhi ed aspettare. Con l’arrivo della Primavera, massimo inizio estate sarebbe tutto finito. Ma, erano prevedibili 5000 morti e fino alla fine a quanti arriveranno?

Un recente passato tranquillo e in evoluzione grazie a scienza e tecnologia

In fondo dopo la seconda guerra mondiale la crescita economica, culturale della qualità della vita, salvo leggeri distingui, ha avuto una evoluzione costante. Nel nostro paese come in Europa e in tutto il mondo occidentale. Guerre, terremoti, tsunami, crisi economiche, pandemie non hanno dato lontanamente gli effetti e le preoccupazioni di questi giorni. Siamo stati tranquilli e convinti che le ricerche scientifiche e tecnologiche ci avrebbero tenuto al riparo da qualsivoglia attacco. Dalle previsioni meteo a quelle economiche, passando per lo scrutamento dei cieli a caccia di asteroidi vaganti o di alieni, il grosso è sotto controllo. Addirittura gli oroscopi nell’immaginario collettivo aiutano e anticipano le nostre paure. Persino la Terza Guerra Mondiale è un evento passato di moda nella fantasia e negli scenari di futuristi e filosofi. Gli attori in gioco sono aumentati e cambiati, agli stati nazionali si sono aggiunti le lobby economiche transazionali, sarebbe molto più complicato trovare un accordo per una grande guerra, dividersi i sacrifici e i guadagni in parti eque. Inoltre gli effetti nocivi derivanti da una guerra mondiale potrebbero essere ben superiori ai benefici, per non dire implosivi e distruttivi per tutto il genere umano, ci sarebbero degli elementi di imprevedibilità elevati. Stesso discorso per una eventuale Rivoluzione sociale come quella francese o americana, marxista o anarchica, sono eventi improbabili e sotto controllo. Allo stato attuale, l’unica opzione migliore rimasta per sfoltire il genere umano ed evitare lo sfruttamento incontrollato della terra resterebbe la pandemia, una sorta di decimazione intelligente senza confini geografici, senza egemonie economiche, etniche, nazionali, culturali e sociali. Non a caso si è creato un filone letterario cinematografico sull’argomento. Uno scenario possibile che potrebbe partire da un piccolo laboratorio di ricerca senza tanti ragionamenti.

Il Virus una perfezione impensabile

Aldilà della fantapolitica, di scenari da complottisti, se analizziamo il coronavirus sulla base dell’informazioni statistiche, sembra perfetto. Niente a che vedere con la peste, il colera, la lebbra, l’ebola, HIV, la SARS, Aviaria. A parità di morti e contagiati questi virus precedenti ci avrebbero fatto prendere una paura e consapevolezza del problema completamente diversa. Difficilmente di fronte alla peste qualcuno avrebbe insistito di fare la corsetta salutare. Tantomeno fatto parlare frotte di virologi, politici e giornalisti che lo paragonavano ad una normalissima influenza che fa molti più morti del covid-19. Sotto tanti punti di vista sembra un’evoluzione biologica/sociale delle pandemie conosciute. E’ perfetto nella sua essenza, ha quelle caratteristiche che lo sottovalutano a priori, basta una mascherina, dei guanti, un tampone, un ricovero domiciliari per gestirlo. Solo nei casi più estremi va attuata una terapia intensiva, ospedaliera, respiratoria. Non si può fare altro, non ci sono vaccini, la circoscrizione cinese ci fa ben sperare che prima o poi “andrà tutto bene”. Per altro gli effetti collaterali sono il ringiovanimento della popolazione con un piccolo risanamento del sistema pensionistico, di una riduzione della spesa sanitaria per malati endemici. Commentatori economici e sociali inoltre evidenziano altre positività, dobbiamo prenderlo come uno stress test per la società, per comprendere la tenuta e il livello di gestione che si riesce a mantenere. Vengono messi a dura prova la strutture pubblica, sanitaria, di sicurezza, scolastica, sociale, la capacità militare di intervento di emergenza, le imprese, l’economia, lo stesso comportamento della criminalità. Soprattutto la capacità di sopportazione dei singoli cittadini. Le rivolte carcerarie sono state un esempio lampante e inaspettato dell’effetto corona virus.

In conclusione, a parte i morti, i malati, i contagiati e i guariti, quando tutto finirà potremmo dire che tutto sommato siamo stati fortunati, poteva andare anche peggio con lo steso numero di morti. Resta solo un interrogativo, siamo ancora nel migliore dei mondi possibili?

Ferdinando Chinè




Lasciare un commento