martedì 6 febbraio - Phastidio

Btp, Made in Italy di debito e i confusi patrioti

I nostri Btp, grazie al loro elevato rendimento, tornano a essere richiesti dall'estero: entusiasmo dei confusi patrioti che vorrebbero il nostro debito pubblico solo in mani tricolori.

Nei giorni scorsi il Tesoro italiano ha riaperto il collocamento di un Btp trentennale per 5 miliardi di euro e piazzato un nuovo titolo a sette anni per 10 miliardi. La vendita è avvenuta a mezzo di sindacato, cioè tramite un gruppo di banche, italiane e internazionali, in qualità di lead manager e co-lead manager, remunerate per l’attività.

BTP “A RUBA”

La notizia è che, a fronte di un importo complessivo offerto per 15 miliardi di euro, la domanda è stata di oltre dieci volte superiore, per 155 miliardi. L’evento ha scatenato il patriottico fremito della nostra stampa, soprattutto quella “vicina” al governo Meloni. Abbiamo letto titoli come “Btp a ruba“, “Ressa per i nuovi Btp“, che ricorda quelle scene dantesche di Black Friday, con la gente che si accalca di notte fuori dai negozi, e al momento dell’apertura si calpesta con voluttà per poi strapparsi qualche maglione o pantalone a volte a colpi di ceffoni. Visto anche “Btp superstar” anche se la perla spetta al quotidiano dal nome più pretenzioso di tutti, che ha scolpito un lisergico “Goldman, la banca che piace ai Dem: Bene la Meloni, comprate i Btp“.

Premesso che, come avrebbe detto la buonanima di Max Catalano, meglio che ci sia molta domanda per i Btp anziché mendicare qualche acquisto, questi commenti esaltano un nuovo Made in Italy vincente: il collocamento del nostro debito pubblico. Soprattutto, si badi bene, collocamento che è avvenuto in modo rilevante all’estero, con la domanda di fondi internazionali, non a patriottici risparmiatori.

La domanda sorge spontanea: come si concilia questo inorgoglito giro di campo con i ricorrenti lisergici appelli a “tenere il debito entro i confini nazionali, per non dipendere dagli umori esteri e dalla speculazione globale”? È un po’ come la sdegnata denuncia di “speculazione” per i movimenti ribassisti ma mai per quelli rialzisti. Avete notato l’asimmetria? È un fenomeno molto umano ma nel nostro paese, sempre malato di vittimismo e che quindi ora è guidato probabilmente dalla migliore rappresentante di questo stato d’animo, è decisamente accentuato.

Peraltro, volendo gettare l’ombelico oltre confine, scopriamo che l’anno è iniziato alla grande, per i tesori nazionali europei, che hanno visto forte domanda del loro debito. Qualcosa di molto simile alla vicenda italiana è accaduta in Spagna: il nuovo decennale, collocato per 10 miliardi, ha visto prenotazioni per 138 miliardi, nuovo record europeo per il classamento di una singola emissione. Persino il Belgio ha visto un’offerta di 75 miliardi per il suo decennale.

Che accade, quindi? Secondo gli esperti, malgrado il maxi rally delle quotazioni obbligazionarie delle ultime settimane del 2023, c’è attesa per capitalizzare il presunto imminente taglio dei tassi da parte della Bce. Che, secondo le correnti stime di mercato, dovrebbe portare entro fine anno il tasso chiave dall’attuale 4 per cento al 2,75 per cento. Quindi gli investitori accumulano scadenze lunghe, per sfruttare il potenziale di rivalutazione dei prezzi.

In questo contesto, l’Italia resta il debito High Yielder dell’Eurozona (inteso alla lettera come quello a maggior rendimento, sia chiaro: non parliamo di spazzatura) ed è in prima fila per essere beneficiata dalla domanda internazionale. Già, ma di che tipo di domanda parliamo? Di una “mordi e fuggi” oppure di investitori genuinamente di lungo termine, come ad esempio i fondi pensione?

VOTANO TUTTI COL PORTAFOGLIO

Intanto, ho una rivelazione per voi: non esistono investitori di lungo termine, se un debitore vacilla. Pensate, persino i fondi pensione escono da un simile debito. Incredibile, vero? Ma non è finita: chi pensa che piazzare debito nei portafogli dei residenti, perché costoro tanto se li dimenticano, incassano le cedole e non creano problemi, è una patetica illusione. Tutti, chi più velocemente e chi meno, tendono a votare col portafoglio e a liberarsi di eventuali patate bollenti. Sono tutti “speculatori”, direbbe qualcuno. Nel senso che scrutano il futuro, anche ravvicinato, e si comportano di conseguenza.

Ma torniamo al patriottico orgoglio del Btp, che tira quanto e più del nostro meraviglioso turismo: ora che la domanda estera torna in forze, dobbiamo difenderci da essa o, appunto, essere orgogliosi che “nel mondo c’è fame di Italia”, incluso il suo debito?

La risposta è semplice: se un’economia va bene, il suo rischio cala e la domanda per il suo debito prende forza, anche dall’estero. All’opposto, si vende. Si continua a votare col portafoglio, insomma. Ma in questo per molti versi strano inizio d’anno, il mondo è sempre più bipolare e schizofrenico: gli stati piazzano quantità enormi di debito ma per ora i compratori ci sono perché temono di perdere il treno dei ribassi dei tassi. Tra non molto, potrebbe prevalere la sceneggiatura che quel debito è troppo, e che per piazzarlo servono rendimenti decisamente più elevati.

Carpe diem, quindi. Ma sempre facendosi guidare da alcuni “comandamenti”: mai associare il nazionalismo, soprattutto quello straccione, all’andamento favorevole di un collocamento di debito. Perché potrebbe trattarsi di “meriti” inesistenti, dato che la stessa dinamica opera ovunque. Sono congiunture spesso sfuggenti e volatili. Altro precetto da ricordare, come detto, è che tutto è “speculazione”, cioè tentativo di prevedere il futuro, inclusi movimenti rialzisti. Ancora: credere che, quando le cose non vanno bene, sia possibile sollevare il ponte levatoio e piazzare il debito solo agli indigeni, è da fessi o da aspiranti truffatori.

SE SIAMO BRAVI, IL PREMIO ARRIVA DALL’ESTERO

Se la traiettoria di finanza pubblica è solidamente orientata alla riduzione del debito il premio arriva, anche e soprattutto da parte di non residenti. Con buona pace degli autarchici. Questa spinta degli stranieri spesso è tale da ridurre in modo consistente il costo del debito, e innescare un circolo virtuoso. Quindi, mai schifare lo Straniero, se i fondamentali sono buoni, e se tali perdurano.

Ecco, a proposito: ma i fondamentali italiani sono buoni? Al momento sospenderei il giudizio: questo mini boom di debito sovrano europeo, come detto, appare motivato opportunisticamente dalla presunta imminenza di una stagione di ribassi dei tassi da parte della Bce. Riuscire a separare meriti propri e forti correnti che ti trascinano è sempre difficile. Ma non impossibile. Per tutto il resto, ci sono gli orgoglioni nazionalisti che nei giorni pari si eccitano per la speculazione rialzista, e in quelli dispari invocano l’autarchia contro i ribassisti “della grande finanza globale”. Ricordano molto gli agresti nazionali, quelli che vogliono esportare il Made in Italy mentre magnificano il chilometro zero. Continua a volerci pazienza.




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