mercoledì 16 novembre 2022 - paolo

Brava Meloni, però non devi dire bugie

Non sono un estimatore di quell'area politica che, sic et simpliciter, si definisce di "destra" in tutte le sue accezioni, ovvero centro destra piuttosto che destra centro, destra moderata, destra nazionalista e né tantomeno destra postfascista. Non ho alcun dubbio che Giorgia Meloni sia una postfascista; sia per la sua lunga militanza politica prima nell' MSI di Giorgio Almirante e poi in Allenza Nazionale di Gianfranco Fini; sia perché la sua presa di distanza dai nostalgici di Benito Mussolini è, a dir poco, alquanto tiepida per non dire del tutto strumentale.

Ciò detto veniamo al punto. Quali sono i primi passi di Giorgia Meloni da nuovo premier?. Sulla questione del rave party di Modena, con conseguente decretazione d'urgenza alquanto pasticciata e che lascia aperte le porte ad interpretazioni discrezionali che possono colpire a vanvera, direi che poteva anche risparmiarsela. Le leggi vigenti coprono già tutta la serie di reati ad hoc ed è pertanto solo una questione di applicarle. Tanto è vero che il ministro degli interni Piantedosi, a differenza di altre circostanze simili che lo vedevano protagonista come prefetto, è potuto intervenire. E' pur vero che tutti i governi precedenti hanno bellamente chiuso gli occhi a questa "moda" nata negli anni ottanta e quindi è giusto che tacciano. Soprattutto a cominciare dal PD.

Sulla questione ONG e sbarco dei migranti, dopo il pretestuoso, arrogante e mistificatorio comportamento della Francia,bisogna dire brava Meloni e l'invito a tenere fermo il punto. I francesi sono gli ultimi che possano darci lezioni morali, basta rivedere i respingimenti alla loro frontiera di minori in barba a qualsiasi principio di umanità. Se Macron ha inviato 500 agenti alla frontiera per presidiarla e se, come sembra, ripartono i passaporti alla faccia della UE, Meloni deve inviarne 1000 di agenti e da chi proviene dalla Francia contargli anche i peli del c.... ., prima di farli entrare. E non è che gli altri paesi UE si stiano comportando meglio della Francia. Quindi meno piagnistei e vittimismi e avanti cosi'. 

Sul lato economico / parabellum, a firme del legista Giorgetti ministro premium di Mario Draghi e dell'ex lobbista bombarolo Crosetto, si procede secondo prassi draghiana filo atlantica. Poi c'è il superbonus che, essendo di matrice M5S non deve restare tal quale in attesa di cancellarlo definitivamente. Dovrebbe passare dal 110% al 90%, e fin qui nulla da eccepire, anche se nel frattempo il blocco operato sulla cessione dei crediti ha sostanzialmente paralizzato il tutto. Vale la pena di ricordare che il provvedimento varato dal governo Conte serviva oltre che per incentivare il risparmio energetico degli edifici, a dare un colpo secco all'economia e far ripartire il mercato del mattone, che è notoriamente il comparto trainante, crollato a causa del Covid. Provvedimento che ha messo in moto una crescita del PIL pari al 6,6%; unici in Europa, di cui si è intortato Mario Draghi. Siccome Giorgia sta lamentando un "buco" di 37 miliardi di euro per l'erario proprio a causa del superbonus, dovrebbe però anche dire che il superbonus, al netto di altri benefici, ha prodotto 137 miliardi di fatturato con 650.000 nuovi posti di lavoro. Quindi con un saldo netto di un centinaio di miliardi, oltre agli effetti generali sull'indotto. Ergo cara Giorgia non dire bugie o mezze verità che dir si voglia.

Idem sul versante del RdC, alias reddito di cittadinanza, altro provvedimento a matrice M5S che quindi va cancellato a prescindere. Qui le bugie si sprecano. Per esempio, il dato INPS indica gli attuali percettori del reddito di cittadinanza nel 45% della massa totale di assoluti indigenti, che ne avrebbero quindi diritto. Bene il dato è stato rigirato come se il 45% sono gli aventi diritto che lo percepiscono mentre il 55% sono dei percettori abusivi. Una furbata che la dice lunga su come saremo serviti in futuro dai nostri gogliardi dell'informazione. 

Tornando alla crisi sugli emigranti, va sottolineata la satira di Crozza. Nel Conte 1 c'era Salvini ed è partita l'emergenza migranti. Nel Conte 2 non c'era Salvini ed è sparita l'emergenza migranti. Nel governo Draghi Salvini era diluito e quindi sterilizzato dalla larga coalizione, e l'emergenza migranti era di nuovo sparita dai radar. Torna Salvini, che ha preso la leadership estemporanea nel governo Meloni e allora riparte l'emergenza migranti. E' chiaro quindi che la vera emergenza di questo paese non è l'immigrazione, ma Matteo Salvini. 

 

 




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