venerdì 2 luglio 2021 - paolo

Beppe Grillo. Tecniche di autodistruzione

Questa la chiosa al suo ultimo intervento pubblico: "Non sono il padre padrone, ma il papà (del M5S ovviamente)". In preda a egoidolatria e distonico dalla realtà, si autodefinisce un "visionario", virtù, a suo dire, che non riconosce a Giuseppe Conte

Un Conte prima chiamato da lui stesso al capezzale di un M5S moribondo e poi buttato nel cesso con un video che fa il paio con quello delirante sulla difesa del figlio Ciro. Conclude il suo messaggio con un invito a chi non ci sta ad essere libero di decidere. Bontà sua.

Ha impegnato Conte per quattro mesi a buttare giù il nuovo statuto del M5S per sottoporlo al giudizio online degli iscritti e poi, con un giro di valzer, lo ha schernito e definito pubblicamente un incapace. Chi sia Conte semmai lo giudicano gli italiani per quello che ha fatto, di Grillo invece, vedovo di Casaleggio padre, tra poco ci ricorderemo solo delle sue boutade da comico. Che tra l'altro non fanno più ridere.

Il visionario Grillo ha prima scambiato Draghi per un grillino "E' uno di noi si iscriva al movimento". Poi ha spinto il riluttante Conte a far entrare, con le mani alzate, il M5S nel governo Draghi, da lui definito come un barricadero alla Masaniello. Poi ha descritto il renziano Cingolani, attuale ministro alla transizione ecologica e digitale, come una sua creatura. I fatti sono sotto gli occhi di tutti e il solo pensare che un turbocapitalista come Draghi possa essere diventato demblé un grillino è roba che fa scompisciare dal ridere. Insomma il visionario non ne ha azzeccata una che una e se c'è un filogovernatiìvo quello è proprio lui, non Conte che probabilmente avrebbe preso le distanze da questa ammucchiata renziano leghista con aggiunta di una spruzzata di berlusconiani.

Adesso il "visionario" cerca di ribaltare il tavolo, chiede a Vito Crimi di promuovere un referendum sulla piattaforma Rousseau, impossibile da farsi per la diffida del Garante della privacy. Crimi ovviamente si è rifiutato perché rischierebbe il penale. Crede di fare un reset e di ripresentarsi come l'uomo del destino. Per ora ha raccolto solo il consenso di tizi come Morra o Di Battista, in odore di scomunica da un pezzo o ai margini del movimento.

Insomma vuole riportare i grillini a lanciare i sassi a Chiomonte. Vuole tornare il re di un manipolo di facinorosi piuttosto che secondo o pari merito in un partito che nel 2018 ha raccolto il 33 % del voto degli italiani.

Se non è delirio questo!. Giudicate voi.

Foto: Wikimedia




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