mercoledì 3 aprile 2013 - Trilussa

Beni culturali: Lorenzo Ornaghi chi?

Non sappiamo ancora cosa succederà, quando e come avremo il nuovo governo. Certo che stiamo assistendo, anche se con molta preoccupazione, al più grande cambiamento politico e culturale del nostro Paese dalla nascita della Repubblica. Un cambiamento politico indubbiamente perché tra le tradizionali e piuttosto stantie forze in campo è spuntato un movimento che ha rivoluzionato il modo di fare politica ma anche culturale perché in ogni schieramento politico si è ormai fatto strada il concetto che alcuni settori importanti, direi fondamentali per lo sviluppo del nostro paese, sono stati oramai da troppo tempo trascurati.

E non parlo, perché rischierei di ripetere per l’ennesima volta la solita solfa di ogni commentatore televisivo, dei costi della politica, della necessità di dare ossigeno alle piccole imprese, dei problemi dei giovani e dei disoccupati presenti e futuri, oramai argomenti già troppo dibattuti, ma vorrei invece spostare l’attenzione sulla colpevole negligenza e stupidità di tanti governi passati nei riguardi di un argomento tanto importante quanto mal considerato, ignorato e talvolta addirittura osteggiato.

Riguardo alla trascuratezza dell’argomento in oggetto basta portare come esempio l’ultimo governo Monti, quello formato da elementi illuminati che ci avrebbero finalmente indicato la retta via, in cui l’unico Ministro non competente nel suo ramo, cioè assai lontano professionalmente dal suo incarico politico-amministrativo di governo era proprio il ministro per i Beni e le Attività culturali, un tale Lorenzo Ornaghi, oscuro personaggio sconosciuto ai più, Magnifico Rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, vicino ai vertici della Conferenza Episcopale Italiana e fornito di una laurea in filosofia. Una laurea sicuramente importante e di prestigio ma che non sappiamo in quale modo possa avere a che fare con i Beni Culturali.

La scelta, impropria e forse irragionevole dimostra con grande evidenza quello che è sempre stato uno dei maggiori difetti della nostra classe politica, sempre troppo occupata ad occuparsi dei propri interessi: quello di trascurare quello che di più prezioso abbiamo nel nostro paese, quello che con grande magnificenza ci è stato donato (a volte viene da domandarci con quale merito), e cioè la nostra straordinaria ricchezza in beni artistici e culturali e il nostro fantastico territorio.

Viste entrambe non come un ricchezza da promuovere, propagandare, rivalutare, da sfruttare nell’ottica di opportunità di lavoro e sviluppo ma considerate sempre alla stregua di una specie di zavorra, di un semplice capitolo di spesa per la necessità di una ordinaria manutenzione fino ad arrivare all’ex ministro Tremonti (stia pure in pace, ovunque si trovi) che sentenziava, sbagliando e causa del suo mal, che “con la cultura non si mangia”.

Ed invece con la cultura si mangerebbe, e molto anche, come nel Kuwait o in Arabia Saudita mangiano con il petrolio, in Germania pasteggiano con la tecnologia, Cina e India si rimpinzano con la laurea di ingegneri informatici e tecnici, in Russia con il gas e il petrolio. Ognuno, ogni stato con una classe politica appena intelligentemente normale, dovrebbe trarre dalle risorse del proprio territorio, e nel nostro caso dalla nostra storia e dalle nostre bellezze, le risorse per il proprio popolo, per il benessere e il progresso economico e culturale dei propri cittadini.

Noi abbiamo in abbondanza proprio quello, storia, cultura, paesaggio, prodotti alimentari di eccellenza ma fino ad ora l’unico settore che ci trascina e ci mantiene nel mondo permettendoci di sopravvivere è quello della moda (anch’esso in leggera crisi) e non per un intelligente intervento statale ma semplicemente per le idee, la creatività e l’ingegno e l’impegno dei nostri tanti artigiani.

Non possiamo che sperare che il prossimo governo, finalmente illuminato, faccia seguito alle tante dichiarazioni di buone intenzioni e collochi finalmente a capo di questo Ministero una persona altamente competente e a cui venga data la stessa importanza, e le stesse risorse, che l’Arabia Saudita attribuisce, giustamente e saggiamente, al proprio Ministro del Petrolio.

Gli scarsi 90 milioni di euro destinati per tutto il 2012 alla conservazione del nostro immenso patrimonio culturale oltre ad essere incredibilmente ridicoli rappresentano proprio il segno dell’insipienza di un governo miope e distratto che ancora una volta non tiene conto della vera ricchezza del nostro Paese.

Chi volesse approfondire e capire fino a che punto siamo degli imbecilli può leggersi questo articolo che sarebbe anche divertente se non fosse tragicamente reale

Se posso permettermi infine una digressione politica sul prossimo governo ed esprimere una mia opinione devo dire di essere moderatamente ottimista. Bersani non poteva mai essere Primo Ministro perché il M5S non lo avrebbe mai appoggiato, per principio e per posizioni prese. Da vincitore potenziale si è trovato ad essere addirittura di ostacolo. Come un ostacolo è Berlusconi ad un governo di larghe intese, il PD non può farlo perché perderebbe la base mentre il PDL pur di non essere emarginato e poter difendere il Cavaliere accetterebbe anche Bersani premier, cambiando anche i toni delle dichiarazioni. Il M5S non appoggerà mai un governo politico ma non può rischiare nuove elezioni perché sa che i grillini in prestito dal PD potrebbero tornare in massa da Renzi. Nessuno, tranne forse il PDL ma con l’incognita Renzi, ha interesse a nuove elezioni. Ecco perché penso che un governo, sia pure pasticciato, alla fine si farà.

 




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