sabato 16 dicembre 2017 - Aldo Funicelli

Bellomo, dal Consiglio di Stato al corso per magistrati: tra nubilato, minigonne e tacco 12

Ci sono storie che raccontano il mostro che si nasconde sotto la superficie del paese, ben più che tanti saggi (oggi molto in voga specie tra politici e giornalisti da talk).

L'inchiesta sul giudice del Consiglio di Stato Bellomo, della sua scuola di formazione per futuri magistrati, della sua rivista usata da questa persona per mandare messaggi alle sue allieve.

Le allieve costrette a subire i diktat del magistrato, vestirsi con tacco 12 e minigonna, scegliersi i fidanzati col suo beneplacito.


I futuri magistrati di questo paese, le persone che in nome del popolo italiano dovrebbero gestire la legge "uguale per tutti", si abituano fin da subito a come funzionano veramente le cose in questo paese.

Maschilismo, sfruttare una situazione di potere, pagamenti in nero (presunti, da verificare), pressioni e minacce sulle candidate.

Abbiamo guardato il caso Weinstein in America con un certo piacere, consolandoci coi problemi di oltreoceano, ma in Italia ancora dobbiamo fare i conti coi nostri problemi, di immaturità, di scarsa maturità, di etica.
Dal Fatto Quotidiano


Diritto e Scienza è parecchio attiva, propone un’ampia varietà di lezioni, pubblica una rivista (che Bellomo usava anche per umiliare le ex allieve-fidanzate), assiste gli studenti con costanza e li accompagna fino al giorno dell’esame di Stato, il prestigioso e complicato esame per indossare la toga: “Per iniziare, la società offre un corso annuale da 3.600 euro inclusa Iva che si tiene a Milano, tre giorni una volta al mese. Bellomo è capace di impartire lezioni per molte ore di fila bevendo soltanto caffè. Ho calcolato che in una giornata ha diluito nel caffè otto bustine di zucchero. Di solito ai corsi ci sono un centinaio di persone, ma non è a numero chiuso come dichiara. Alle lezioni, le prime file sono riservate alle borsiste, che vestono come richiesto dal contratto: gonne molto corte, spesso spalle scoperte e tacchi a spillo. I 3.600 euro per il corso – continua la nostra fonte – si possono pagare tramite un bonifico e si riceve una regolare fattura. Anche per i libri, circa 700 euro per 6 tomi scritti da Bellomo, tre di Amministrativo e tre di Penale. Il resto, però, è tutto in nero”. 
Varcato l’ingresso principale – con l’abbonamento annuale – le esigenze contabili di Diritto e Scienza cambiano: “Per il corso intensivo, che come programma si accavalla a quello ordinario per chi segue quello annuale, i corsisti pagano 800 euro, i non corsisti 1.300. Il pagamento avviene presso la scrivania della sala dove il corso si tiene, noi corsisti davamo i contanti a una collaboratrice di Bellomo che infilava subito le banconote in una busta senza restiturci né un foglio, né una ricevuta, né una fattura. Così pure per una nuova edizione di uno dei volumi Bellomo, venduto scontato e in nero per 160 euro. Anche per la full immersion di tre giorni, io e i miei colleghi abbiamo sempre pagato in nero: 100 euro al giorno, 200 per i non corsisti annuali”. 



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