mercoledì 25 novembre 2020 - Antonello Laiso

Basta un giorno? Violenza sulle donne

Un giorno per ricordare quelle violenze su quelle tante donne, ma basta un simbolico giorno?

 
non penso vi sia bisogno di un palco per suonare a Manhattan se e quando si vuole farlo.
Non passa giorno che purtroppo non apprendiamo quelle violenze sulle donne da parte di uomini, partner o coniugi,un giorno per ricordare, sia pur questo rappresentativo deve necessariamente risvegliare quelle coscienze di quei tanti omicidi e maltrattamenti, di quelle tante vittime che hanno subito in silenzio, o pur manifestando un disagio,di quei tanti volti sfigurati le cui cicatrici saranno quel ricordo indelebile che devono far vergognare chi le guarda e non chi le porta.
 
Non possono esserci attenuanti, né tantomeno come reazioni emotive, un sentimento, pur intenso che conduce a simili gesti, è per forza di cose malato in quelle sue forme di morbosità e possesso, talvolta quel rifiuto alla prosecuzione di un cammino di vita di coppia  da parte della donna moglie o compagna che sia,e' alla base di tali violenze, quella base border line che viene superata e scaturisce nella violenza o nei casi piu gravi femminicidio.
Leit motiv quasi sempre quell'abbandono visto come grave, visto come quella situazione che non può essere accettata da quegli uomini che hanno fatto come esclusiva ed indissolubile nella loro mente, nel loro ego narcisistico, quella loro partner.

La violenza talvolta non è solo quella fisica, quella degli omicidi, quella dei volti deturpati,quella che vediamo e apprendiamo,c'e' un altra violenza . la violenza morale, di una dignità negata da quelle pari condizioni di convivenza e rispetto di una vita familiare o di una vita di coppia, ,essa fa parte, come parimenti a gravità,essa non può essere esclusa né meno pregnante di quella fisica. Essa spesso è quella violenza invisibile tra quelle mura domestiche che pur esiste,che talvolta non viene posta in rilievo a quelle istituzioni preposte, e all'attenzione di chi potrebbe rompere quella spirale. Quando si parla di movente, di giustificazioni per un gesto estremo, come quello di un femminicidio, sembra quasi voler giustificare situazioni che non possono essere giustificate nella normalità, qualunque causa o concausa se pur potesse esistere non può essere adotta a giustificazioni, né come fulcro di un gesto quale un femminicidio.Non possono esistere giustificazioni né attenuanti per gesti che fanno parte di un istinto bestiale, privatistico, di un possesso di qualcosa che mai può assomigliare a quella compagna considerata spesso oggetto indissolubile.

Analizzando tali situazioni spesso tali comportamenti conducono ad una prevalenza di quella parte latente nel comportamento di chi conduce tali violenze, quella parte che pur confinata in quel cerchio esiste e prevale su una pseudo normalità . Schopenhauer identificava i sogni come una breve follia e la follia un lungo sogno.La realtà sembrerebbe essere allora quella che in ognuno di noi c’è un contenuto manifesto ed uno latente ed è proprio tale contenuto, ovvero il latente, il vero significato di una facciata spesso sostenuta in un limite border line di normalità. Quel limite che non può e non deve esistere, quel limite che rende incivile un essere umano, che non può che far vergognare gli uomini quando tali fatti e quasi nel quotidiano, si verificano, in tali situazioni.

 Antonello Laiso

 




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