venerdì 30 settembre 2011 - Enzo Di Micco

Bagnasco ammonisce i politici. Si pensa a Berlusconi, ma la Lega è "santa"?

Bagnasco: "C'è da purificare l'aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate”. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto raccomanda le forze di opposizioni a non strumentalizzare il monito del cardinale. Ma c’è chi le stesse parole del presidente della Cei le associa ai comportamenti di Silvio Berlusconi, negli ultimi tempi.

La cosa è seria. Il presidente della Conferenza Episcopale, il cardinale Angelo Bagnasco lancia un monito ai politici italiani per promuovere moralità politica e purificazione dell’aria. Bagnasco stigmatizza un quadro tutt’altro che edificante mettendo in risalto “i comportamenti licenziosi e le relazioni improprie dei politici che sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l'aria - spiega - e appesantiscono il cammino comune. C'è da purificare l'aria perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate”.

Parole taglienti, senza mezzi termini, che suscitato riflessione, ma soprattutto rabbia nell’ambito della maggioranza di governo: il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto infatti raccomanda le forze di opposizioni a non strumentalizzare il monito di Bagnasco.

Ma c’è chi le stesse parole del presidente della CEI le associa ai comportamenti di Silvio Berlusconi, negli ultimi tempi. Pensieri e concetti, questi - secondo la CEI - fuori luogo, poiché il medesimo monito mette in risalto numerosi lati negativi della politica in generale. D’altro canto di comportamenti licenziosi non mancano neppure dalla parte della Lega Nord quando sbraita slogan razzisti contro i meridionali mimetizzando, in pubblico, atti di assoluta volgarità: “Licenziosi”, non sono soltanto i politici "libertini" ma anche chi, rivestendo un ruolo istituzionale, non esercita un comportamento consono, in pubblico, al mandato che ricopre.

Tant’è che secondo Bagnasco: “Rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui”. Questo, dunque, il nocciolo di una questione spinosa intavolata da un religioso di alto rango in Vaticano il quale aggiunge: “Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi, e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono né vincitori né vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La storia ne darà atto. Solo comportamenti congrui ed esemplari, infatti, commisurati alla durezza della situazione, hanno titolo per convincere a desistere dal pericoloso gioco dei veti e degli egoismi incrociati”.

I concetti espressi da Bagnasco, insomma, sono di larga e lunga moralità al punto da mettere in risalto “la misura, la sobrietà, la disciplina, l'onore" a cui è tenuto chi sceglie la militanza politica, quella politica che vede il cittadino vivere con dignità, soprattutto, tutelato da chi governa con passione e reputa la politica quale autentico servizio sociale. E qui, il presidente della CEI non si è risparmiato neppure di dare un colpo di mano alla situazione economica richiamando tutti a comportamenti “responsabili e nobili”, e di richiamare l'attenzione sulla “finanza, sulla speculazione e sulle agenzie di rating”.

Ma non si è dimenticato neppure della parte più sana della nazione tutt’ora sofferente. E cioè, i giovani in cerca di lavoro: “La situazione del lavoro, la disoccupazione, il precariato, l'inattività di molti giovani - dice - sono un nostro assillo costante". Il lavoro non è una degnazione del mercato, ma un diritto-dovere "iscritto nell'ordine creaturale, e dunque la società ha l'obbligo di porre le condizioni perché esso possa esplicarsi per tutti”.




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