lunedì 23 agosto 2021 - Rosam

BIRDMAN- L’uomo uccello che salva Venezia

Marco Agostinelli il regista, l'artista video, il pittore, l'artigiano, lo scultore, sulle ali di Birdman sorvola Venezia.

Alto più di tre metri, questo monumentale rapace ha le ali spalancate protese verso un prossimo volo, una lunga coda e uno sguardo minaccioso. E' nero come la pece, e nero come "i resti di legni di gondola" con i quali è creato. E' terribile come tutto ciò che è divino; è divino come tutto ciò che è terribile. Una mostra alla Galleria Castello 925 ne celebra il grande lavoro. 

Ogni progetto per Agostinelli è "substantia", fabbricazione, coinvolgimento totale: mentale, emozionale, fisico. Da sempre immagato dall'immagine, ancora giovanissimo lascia il suo antico borgo umbro per viaggiare il mondo documentandolo, "immaginandolo", conducendolo a immagine. Realizza quindi decine e decine di documentari che narrano e fanno proprio "il fare arte" di straordinari interpreti moderni e contemporanei. Possiede l'immagine e ne è posseduto a tal punto da dover pro-creare, dando vita a innumerevoli video arte, celebrati dalla critica e dai festival internazionali. Lavori che trasudano oltre a una spericolata padronanza tecnica anche un sublime immaginario poetico ed etiche risonanze. E se con tali video arte si brucia la mente e gli occhi, con la scultura BIRDMAN si consuma le braccia, la schiena, le mani e il cuore.

Da archeologo scava nel mito di un'isola lontana evocando la figura dell'Uomo Uccello (Tangata Manu): il leggendario guerriero dell'isola di Pasqua, il cui culto sostituì quello delle megalitiche divinità Moai che con il loro gigantismo di pietra avevano distrutto le risorse naturali dell'isola. Questi, per ricevere dal gran Sacerdote il potere assoluto e governare per "un solo anno", doveva sottoporsi a una prova sovrumana: si tuffava dall'alto del dirupo di un vulcano, sfidava flutti minacciosi infestati da squali, raggiungeva a nuoto un lontano isolotto dove nidificavano le sterne grigie e ne raccoglieva il primo uovo per riportarlo a terra intatto.

Ogni evocazione è un atto costitutivo e ri-scrittivo così Marco, patendo per le sorti future di Venezia il cui fragilissimo equilibrio è messo a rischio da insane politiche di sfruttamento, compie un atto magico che implica una ri-nascita.


Nel suo "Magazen dell'Arte" di fronte allo storico Squero di San Trovaso, raccoglie e accoglie tutti i legni, i fasciami, le vernici, i chiodi che gli artigiani dello Squero eliminano ed abbandonano per essere poi gettati. Accumola rottami. E, assemblando scarti, ritrova nel passato, nella tradizione, nella difesa della natura, nella spiritualità, una via di scampo che ci indica come salvezza futura. Esegue, come uno sciamano, un rito salvifico: trasforma il relitto in reliquia e, nel ri-costruire, ri-sana.

Crea un simulacro del divino, un eroe che possa essere il nume tutelare della città. Un divinità guerriera custode del vitalismo primordiale; una fenice ferina armata per combattere e difendere.
In tal modo costruisce Birdman lavorandolo pezzo per pezzo, frammento per frammento, fotogramma per fotogramma, frame by frame, piuma per piuma...come fosse uno dei suoi video arte. Ogni singolo legno di questa straordinaria scultura è inciso da segni, onde, ondule, grafismi che sembrano popolarla ma anche ferirla per renderla viva. Cicatrici o grafemi di un alfabeto dimentico, ma non per questo perduto, conservano la memoria del canto delle acque della laguna, il brivido del vento, l'aggressione del sale, la carezza delle onde, l'urlo del guerriero...le mille voci di quegli UOMINI NUOVI che l'artista invoca come portatori di un nuovo senso dell'umano e che costituiscono THE NEW GENERATION di ogni tempo e di ogni civiltà.

Annamaria Orsini

Foto Marco Agostinelli/Facebook




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