mercoledì 27 giugno 2018 - Giovanni Greto

BIANCA GISMONTI ritorna ad esibirsi al COTTON CLUB di Tokyo

Per la terza volta è ritornata in Giappone Bianca Gismonti, brasiliana, figlia d’arte, pianista, cantante e compositrice, come il padre, Egberto, che in più è un originale chitarrista.

La rivedo dopo circa due anni (era l’ottobre del 2016), di nuovo al Cotton Club, locale esclusivo collegato allo storico Blue Note. Assisto al primo set del primo di due giorni consecutivi.

Si presenta con il medesimo trio – Antonio Porto al basso e Julio Falavigna, consorte innamorato e protettivo, alla batteria – per dar vita al consueto set di circa un’ora, prolungato di dieci minuti con i bis. Presenta un nuovo progetto, “Gismonti 70”, per una futura incisione, omaggio ai 70 anni del padre compiuti lo scorso 5 dicembre. Tutte canzoni di Egberto, interpretate con rispetto, eleganza ed affetto.

Si inizia con “7 aneis”, strumentale, dapprima lenta, cameristica. E’ uno “Choro”, un genere dalle caratteristiche malinconiche, molto apprezzato e diffuso in Brasile (“chorar” in portoghese significa “piangere”), che in questo caso si vivacizza grazie all’inserimento di due ritmi tradizionali, il Maracatù e il Baiao. Segue “O sonho”, in cui grazie a Falavigna risuona il morbido, frizzante fruscio delle spazzole. La lenta “Palhaço”dà visibilità ad Antonio Porto, che emette dei prolungati vocalizzi, suonando contemporaneamente le stesse note con lo strumento, un basso elettrico a sei corde.

“Sanfona”, “fisarmonica”, è una composizione ben architettata, nella quale ad un certo punto il pianoforte ed il basso lanciano un fraseggio di Falavigna con il secondo rullante, quello che sta alla sinistra dell’Hi-Hat, per delle incisive e sferzanti rullatine. I colleghi a poco a poco spariscono in dissolvenza e allora Julio coglie il momento adatto per uno stimolante assolo. A questo punto Bianca unisce in una Medley due brani molto conosciuti, “Forrobodo” e “Maracatù”. Il primo è un ritmo caratteristico del Nordest delle feste popolari, il secondo è legato al Samba. La toccante “A fala da paixao”, con un dolcissimo inizio lento del pianoforte, precede un celebre Baiao, “Loro”, iniziato da vocalizzi in solitudine da parte del bassista. Entrano i colleghi, l’esposizione del tema viene altresì vocalizzata.

Porto passa alla chitarra, continuando coi vocalizzi , in “Saudaçoes”. Bianca si alza dal pianoforte per dirigersi al centro del palco, microfono alla mano. La sua voce duetta con quella del bassista. Falavigna suona lo Snare con le mani, optando per una sonorità più soffice, poi colpisce l’Hi-Hat con leggeri tocchi di spazzola, mentre il pedale sulla cassa abilmente propone la figurazione del Surdo, il grande tamburo fondamentale per sostenere il Samba, quale è appunto “Saudaçoes", un brano in cui Egberto manifestava la felicità del ritorno in Brasile dopo un periodo negli Stati Uniti.

Bianca conclude il set con un brano originale,“Festa no Carmo”, contenuto nel disco d’esordio a suo nome “Sonhos de Nascimento”. E’ un omaggio alla città natale del genitore, Carmo, nei pressi di Rio de Janeiro. Un bel Maracatù sambeggiante, incalzato da un fraseggio dinamico e ritmico sulla parte bassa della tastiera, che si ripete in maniera ciclica, avvicinandosi alla scrittura caratteristica di Egberto.

Ovviamente non è finita qui. Dopo affettuosi applausi, Bianca rientra in scena da sola per presentare “Ruth”, scritta dal nonno Antonio Gismondi, trasferitosi dalla Sicilia in Brasile, dove, per la pronuncia portoghese, nella grafia del cognome l’occlusiva dentale sonora (d) è stata sostituita da quella sorda (t). E’ un pezzo classicheggiante, drammaticamente appassionato, che sfocia in un simpatico ritornello cantabile. Per i saluti, Bianca sceglie “Piano Station”, inserito nell’ultimo CD di imminente uscita, nel quale l’artista esegue composizioni originali, ispirate da quelle di pianisti che piacciono a lei. In questo caso, il giovane tastierista e compositore armeno Tigran Hamasyan.

Dopo i meritati applausi ad un trio sempre più coeso, le luci si accendono e, seduta ad un tavolo, Bianca attende tutti coloro che hanno acquistato uno o più CD in vendita nel locale, per firmarli ed eventualmente concedersi per una sorridente foto.

Photos courtesy of COTTON CLUB, Japan
photo by Yuka Yamaji 




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