venerdì 22 dicembre 2017 - enzo sanna

BANCHE | Boschi, licheni e muschi. La scivolosa soap opera del sistema, antisistema compreso

Sino ad ora mi sono astenuto dallo scrivere di vicende relative alle banche, grandi o piccole, belle o brutte, efficienti o inefficienti, corrette o truffaldine, politicamente esposte o impropriamente definite indipendenti, perché rischierei di non essere obiettivo avendo vissuto in prima persona, da ex bancario, il quasi mezzo secolo che ha visto gli istituti bancari, finanziari e assicurativi cambiare pelle al punto da virare nell’immaginario collettivo da custodi e tutori del risparmio a veri e propri emuli del Conte Dracula vogliosi, pur di fare utili, di suggere fino all’ultima goccia di sangue dei risparmiatori affondando i canini adunchi fin dentro la giugulare dei loro depositi contenenti i quattrini messi da parte spesso con fatica e privazioni.

 

Tutto ciò ebbe inizio nel 1994 e “volò” nel 1997 con Alessandro Profumo, nominato amministratore delegato del gruppo Unicredit, simbolica personificazione dell’epocale mutamento d’orizzonte, quando le normative italiane in materia di credito si imbastardirono “all’italiana”, come spesso accade, a rimorchio delle sollecitazioni provenienti da oltre oceano (atlantico, per intenderci). Quello fu il brodo di coltura del finto neoliberismo berlusconiano e di ciò che da lì a non molto ne agguanterà le redini, il renzismo.

Assistere alle polemiche di questi giorni riguardanti l’ex ministro(a) Boschi, all’atto senza particolari meriti riconosciutegli, lascia l’amaro in bocca. La commissione presieduta da Casini si sta rivelando niente più che una sorta di paiolo nel quale il gossip diventa materia di scontro politico dove i renziani tentano di sfruttare a loro beneficio l’immagine della ragazzotta bastonata per la sua avvenenza, non per le manchevolezze, e gli avversari impegnati a loro volta nell’attribuire a quest’ultima tutti i mali del sistema creditizio, a detrimento del PD.

Purtroppo, quando si affronta pubblicamente il tema del credito, iniziano a esplodere le bombe fumogene. Avete sentito qualche “commissario”, men che meno il presidente della commissione, rivolgere agli “invitati” una domanda cruciale: “Lei, dottor Tal dei Tali, è membro della Massoneria? “. Sarebbe stato interessante studiare le espressioni dei convenuti nel negare, come ovvio e loro obbligo, l’affiliazione a qualche loggia massonica. Eppure lì sta la chiave di volta, non nella telefonata di una “ministra” senz’arte né parte all’allora AD di Unicredit Ghizzoni il quale, guarda caso, glissa sulla vicenda ma adagia en passant sulla scrivania una inattesa mail inviatagli da uno dei pupilli di Renzi, tale Carrai. Altra bomba fumogena sui lavori dell’inutile commissione con tanto d’intervento del povero Brunetta convinto di aver sollevato dal mazzo un nuovo asso, affiancato in ciò dai soliti incompetenti grillini. Compatiamolo, povero lui, con tutti gli scheletri che affollano gli armadi della sua parte politica divenuta un ossario! I grillini seguiranno. Renzi, intanto, inizia a leccarsi le nuove ulteriori ferite.

Intendiamoci, chi scrive è convinto del palese conflitto d’interessi della ragazzotta in questione, grande quanto il Massiccio del Monte Rosa, per stare in Italia, tanto che se si dimettesse farebbe una cortesia a se stessa e all’Italia tutta, ma è anche convinto che la ex “ministra” sia stata usata, con la sua complicità, al pari di una bomba fumogena per dare in pasto al “popolo bue” un po’ di gossip tale da distrarre l’attenzione dal vero problema: l’imbroglio perpetrato dagli imbroglioni. Non per questo la Boschi è da ritenere meno colpevole, ma sono affari suoi, della sua coscienza e, se del caso, dei giudici. Il tonfo del PD nei sondaggi, per quanto possano valere i sondaggi, è significativo del “sentiment” dell’elettorato. Il fatto sta, però, nel ruolo svolto dai “banchieri”, papà Boschi compreso per quanto riguarda le ultime esalazioni della moribonda Banca Etruria. A proposito, qualcuno ha chiesto a papà Boschi se abbia mai aderito a qualche loggia massonica? Attendiamo la smentita.

Ma facendo un passo oltre quella banca, qualche parlamentare della commissione ha mai chiesto ai capi di Consob e di Bankitalia che venga quantificata la dimensione dei risparmi andata in fumo nell’ultimo quarto di secolo per le scellerate politiche degli istituti di credito? Non si venga a raccontare la barzelletta della crisi globale, per cortesia. La crisi è stata provocata intenzionalmente, voluta, pilotata. Se gli italiani non fossero stati “indotti” a investire in certe obbligazioni, in certi fondi comuni, in certi fondi assicurativi, in certi certificati, oggi sarebbero immensamente più ricchi e forse lo sarebbero un po’ meno certi consiglieri d’amministrazione e certi gestori di “finanza creativa“, con buona pace di chi doveva vigilare.

C’è un solo modo per superare l’intoppo ed evitare futuri guai: modificare urgentemente le leggi sul credito riportando le banche alla loro funzione originaria di custodi e gestori del risparmio. Per intenderci, è mai possibile che Carrefour, il supermarket, per dirne una tra le tante, sia abilitato a fare banca? Peggio ancora, che le società d’assicurazione facciano banca e che, di contro, le banche facciano assicurazione? Commistione, ibridazione, transgenicità e confusione dei ruoli costituiscono la causa prima di un sistema deteriorato fin nelle fondamenta. Sarebbe utile sentire il parere in tal senso dei massoni di qualsiasi “obbedienza”, anche nella Commissione Banche, Casini permettendo. Non appaia questa una insistenza fuori luogo, stonata. Nell’attesa, godiamoci l’amara soap opera renziana priva di finale facendo attenzione a non scivolare su viscidi licheni e muschi se ci capitasse di andar per Boschi.




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