Ayn Rand e le grandi radici del Capitalismo
Ayn Rand fu una scrittrice in anticipo sui tempi. Della sua vasta produzione segnalo questo saggio fondamentale, tradotto per la prima volta in Italia: "Capitalismo: l'ideale sconosciuto" (www.liberilibri.it, Macerata, 2022, 214 pagine, euro 22).
La grande scrittrice americana di origine russa raccolse in questo libro una bella collezione di scritti che riguardavano gli aspetti sociali e morali del capitalismo. Cercherò quindi di riportare le cose più interessanti. La questione principale dovrebbe essere questa: il "metodo di distruzione del capitalismo riposa sul fatto di non permettere mai al mondo di scoprire cosa è che viene distrutto, sul fatto di non permettere mai che venga individuato entro il raggio di ascolto dei giovani" (p. 11). Però lo scopo del saggio è proprio quello di provare a individuarlo.
Una cosa fondamentale da ricordare molto bene è questa: "la virtù speciale che ha permesso al capitalismo di superare tutti i precedenti sistemi economici" è la libertà (un concetto eloquentemente assente dal racconto della Encyclopaedia Britannica), che ha condotto non all'espropriazione ma alla creazione di ricchezza" (p. 18).
Naturalmente in molti casi esistono "I fatti bruti dell'economia mista", cioè "il governo di una banda, ovvero la lotta per il potere da parte di vari gruppi di pressione... con la tacita idea del governo autoritario come unico comun denominatore" (p. 189). Quindi ogni nazione del mondo è un grande paesone molto simile alla burocrazia politica di un altro grande paesone.
In molti casi "La dottrina del consenso" è "un travestimento, scadente e fatto di garza, ma sempre un travestimento per dare una parvenza di livello teorico alla pratica della pura guerra tra bande" (p. 191). Per essere veramente realisti bisogna riuscire a sfuggire i vari personaggi politici e mediatici che ricoprono il ruolo di prestidigitatori della comunicazione.
Dopotutto nel mondo della politica il compromesso è tutto: il "governo con il consenso" rappresenta "il culto del compromesso. Il compromesso è la precondizione, la necessità, l'imperativo dell'economia mista" (p. 189). In realtà ogni buon compromesso dovrebbe essere la precondizione di ogni economia sana e di ogni nazione normale.
Solitamente "gli uomini non possono venire schiavizzati politicamente fino a quando non vengono disarmati ideologicamente. Una volta così disarmati, sono le vittime che prendono la guida nel processo della propria distruzione" (p. 212). In ogni ciclo storico questo processo viene ingigantito e diviene perciò più visibile.
Comunque "Le guerre sono il secondo peggior male che le società umane possano commettere. (Il primo è la dittatura, la schiavizzazione dei propri cittadini, che è la causa delle guerre.)" (p. 195). In molti casi la guerra viene tirata in ballo per nascondere alcuni omicidi esterni, oppure interni, e le grandi rapine di vario genere, dai grandi immobili alle grandi vastità di terreni (cose accadute in Ucraina). Se non puoi convincere i cittadini, puoi sempre confonderli. E il capitalismo non può essere considerato l'unico "sistema morale della storia" (introduzione).
Ayn Rand è stata anche una famosa autrice di romanzi, nata a San Pietroburgo nel 1905 e morta a New York nel 1982. Tra i suoi saggi ricordo "La virtù dell'egoismo" (ripubblicato in Italia nel 2019). Da segnalare che fuggi da sola dalla Russia zarista per andare negli Stati Uniti, con la missione di diventare scrittrice.
Nota chiarificatrice - Il cattivo "compromesso non soddisfa tutti, ma nessuno; non porta alla realizzazione generale, ma alla generale frustrazione; chi cerca di essere tutto per tutti finisce per essere niente per nessuno" (p. 190). Di solito "Un Paese civile, con una stampa libera, può lasciare i fatti parlare da soli" (p. 194). Altrimenti la nebbia della guerra mediatica oscurerà quasi tutto.