martedì 26 febbraio 2019 - Camillo Pignata

Autonomie rafforzate: lo sfascio del Paese

Ma vi rendete conto dove stiamo andando a finire, in quale baratro trascinerà il Paese la legge sulle autonomie rafforzate?

Avvertite tutta la gravità e il pericolo di intese tra Governo/Lombardia, Emilia Romagna, Veneto che spaccano il Paese, pregiudicano l'universalità dei diritti, determinano una distribuzione diseguale tra nord e sud di risorse e di diritti, riscrivono, di nascosto, il funzionamento dei nostri servizi pubblici in materie che riguardano la vita di ogni giorno di tutti i cittadini?

Si rivoluzionano i rapporti tra le regioni e tra regioni e comuni senza coinvolgere Regioni e comuni. Si limita la sovranità del Parlamento con accordi non emendabili, tra governo ed alcune regioni. Decisioni che riguardano tutti i cittadini vengono assunte di nascosto da ministri che non fanno i ministri, ma dirigenti di partito. Non basta essere cittadini italiani per poter usufruire dei servizi e dei diritti fondamentali occorre, in contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza, essere cittadini di una regione ricca.

Vengono favorite le Regioni più ricche, mentre non hanno ancora trovato attuazione gli strumenti di riequilibrio finanziario tra territori previsti dall’art. 119 della Costituzione. Vengono favorite da una clausola ponte per la quale le Regioni avranno risorse non inferiori al valore medio nazionale pro-capite della spesa per quelle funzioni, nel caso in cui se non si riescono a definire i fabbisogni standard.

Ma l’obiettivo fondamentale delle autonomie rafforzate e delle relative intese è trasferire risorse e potere al nord per collocarlo nell'area economica e politica tedesca anche a costo di frantumare il sistema Paese.

Il trasferimento di funzioni legislative statali di principio consente ad Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto di gestire in maniera diretta risorse in materie centrali per la vita dei cittadini, come la Scuola, la Sanità, le infrastrutture, espropria le autonomie locali comunali di alcuni poteri, impedisce, allo Stato, politiche di uguaglianza, solidarietà e disciplina nazionale nelle stesse materie negli stessi servizi.

E d’altra parte il trasferimento alle regioni del potere di gestire i rapporti con gli altri Stati e l’Unione Europea, di fare accordi diretti con altri Stati e con Bruxelles, spiana la strada a un sistema di intese tra le regioni del Nord e tra queste e le regioni limitrofe di stati esteri che agganceranno tutto il Nord all’Europa e lasceranno il resto come riserva indiana .

Le autonomie rafforzate? É la "secessione dei ricchi", che rischia di spostare il nord e quindi il Paese nell'area economica tedesca, di creare regioni e quindi cittadini di Serie A e di Serie B, di compromettere il ruolo del Parlamento, di regionalizzare servizi a dimensione necessariamente nazionale (scuola giustizia), di trasferire risorse dalle regioni più povere a quelle più ricche, con profili di incostituzionalità.

In Spagna la questione catalana avvelena la politica spagnola. Vogliamo creare la questione lombardo veneta per avvelenate la politica italiana?

 



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