giovedì 2 gennaio - Alberto SIGONA

Atalanta e Napoli insidiano la tradizione

Atalanta e Napoli continuano a sognare in grande... Ma l'Inter rimane la favorita per lo Scudetto...

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L'Atalanta ed il Napoli continuano a proporsi con perseveranza e tenacia come validissime alternative alla soporifera routine del massimo campionato italiano. Una volta tanto c'è la concreta possibilità che a contendersi il premio più ambito non saranno solamente le solite note del circolo esclusivo della nobiltà, ma ad esse quasi sicuramente andrà ad aggiungersi un binomio che si candida per rappresentare una variazione sul tema che un po' tutti, tifosi ed esperti, si augurano per il bene della passione. Atalanta e Napoli possono seriamente aspirare in grande. La loro leadership non è certo riconducibile a fortuite circostanze o a contingenze particolarmente favorevoli. Se dopo metà torneo le due compagini si ritrovano a dirigere la truppa vuol dire che hanno meritato appieno la loro posizione di comando, e lo stanno confermando di partita in partita. Maturità, forza ed equilibrio sono le peculiarità che hanno sin qui contrassegnato il pregevole cammino di entrambe le capoclassi. Facendo leva su queste importanti qualità le due squadre sono riuscite a spingersi davvero in alto, ed a guadagnare una notevole credibilità, e non è un'eresia immaginare che possano continuare a stazionare su posizioni altolocate ancora per molto tempo. I neroblu come ormai appurato, stanno vivendo una stagione incantata e senza precedenti, che in fondo altro non è che l'adeguato epilogo, o l'idonea apoteosi, di un fenomeno più unico che raro, direi ai limiti del sovrannaturale, inaugurato anni fa da quel mago di G. Gasperini, che riuscì in tempi non sospetti ad instradare in casa bergamasca un nuovo, imprevedibile e stravolgente corso ambrato, per una società da sempre poco avvezza a certi prosceni, e che lui in poco tempo avrebbe catapultato in una sublime realtà a cui nessuno era avvezzo. Oggi il caso Atalanta è destinato a soggiornare nei libri di storia e di antologia sportiva come un unicum del calcio italiano del terzo millennio, ponendosi come la tangibile dimostrazione di come il pallone sia ancora in grado di offrire favole letterarie che stridono col mondo contemporaneo, in cui quasi sempre la ricerca frenetica del business sfrenato, esacerbato dalla sfrontatezza e della totale carenza di scrupoli e pudore, la fa da padrone indiscusso ed inviolabile. Ma il torneo 2024-'25 oltre alla magica Atalanta sta offrendo anche la meravigliosa realtà del Napoli, tirato a lucido dal lavoro certosino di quel guru di Antonio Conte, capace di far rinsavire pure i moribondi. I partenopei a dispetto della Dea sono storicamente più assuefatti a certi palcoscenici sontuosi e possono vantare nel proprio curriculum persino alcune felice escursioni nell'empireo, l'ultima delle quali vissuta pochissimi anni or sono, ma la loro presenza nella volta stellata rimane pur sempre una rarità, una gradevole deroga alla consuetudine, che generalmente vede gli azzurri limitarsi a librarsi in prossimità dell'ultimo anello celeste, senza riuscire ad addentrarvisi. Così, alla luce della tradizione, un po' sulla stessa lunghezza d'onda dell'Atalanta, anche il Napoli costituisce sì un team che può puntare il mirino delle pretese su obiettivi imponenti, ma come i bergamaschi non parte in pole position per il Titolo, rimanendo pertanto entro i margini di una lieta sorpresa, ovvero indossando le vesti di una prima alternativa ai poteri forti precostituiti. Di cui l'Inter anche quest'anno è deputata a farsene portavoce. Quindi, nonostante Atalanta e Napoli stiano dimostrando tutto il loro vigore ed i loro autorevoli attributi, ad oggi non possono ritenersi le favorite per il massimo traguardo, accontentandosi di rimanere insediate fra le insenature delle lusinghiere prospettive, sempre a pochi passi dal lido dei sogni aulici. Sicché anche nel 2025 per lo scettro di regina della Serie A si pone nuovamente in prima fila l'Inter Campione uscente. La corazzata nerazzurra di Simone Inzaghi rispetto ai due team citati ha dalla sua parte la tradizione, il blasone e l'abitudine a navigare in mare aperto tra acque profonde e tempestose. E soprattutto può vantare un collettivo che tecnicamente non ha rivali. Per farla breve, l'Inter rimane la più forte e la meglio equipaggiata per perseguire seriamente certe ambizioni, e le altre due dovranno verosimilmente limitarsi ad approfittare di un eventuale calo di rendimento che da qui alla fine della stagione potrebbe interessare il Serpente. Senza ovviamente dimenticarsi di guardarsi le spalle da un possibile ritorno di due big in declino come Juventus e Milan, che se dovessero trovare la cura ai loro mali, potrebbero tornare a costituire un pericolo. Ad ogni modo Atalanta e Napoli, alla luce di quanto si sta perpetuando negli ultimi anni (in cui hanno mutato in positivo il loro status), probabilmente stanno predisponendo le condizioni per un futuro idilliaco a lungo termine, ed i prossimi lustri potranno vederli, in nome del progresso e dell'evoluzione, scalzare dal ponte di comando la solita rinomata ma molto attempata aristocrazia. Con la consuetudine che potrà finalmente cedere il passo all'innovazione. Perché, come affermava il famoso scrittore britannico William Somerset Maugham, “la tradizione dev'essere una guida, non un carceriere”.




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