lunedì 29 aprile 2013 - Giovanni Greto

Ascoltare l’anima: "I dodici giardini", Cantico di Santa Caterina da Bologna

All’interno di un vasto progetto, in collaborazione con la Fondazione Levi, relativo alla valorizzazione delle musiche marciane con particolare riguardo alle meno note, in occasione della giornata mondiale del libro e della lettura, il 23 aprile, è stato presentato il CD ‘I dodici giardini’ nel salone della libreria sansoviniana, sede monumentale della biblioteca nazionale Marciana.

Il disco è il risultato finale di una vasta ricerca iniziata da Livia Caffagni, musicologa, musicista e cantante, nel 2006 e presentata l’anno seguente come tesi di laurea, intitolata ‘Musica nell’esperienza spirituale di Santa Caterina da Bologna’, presso l’Istituto superiore di Studi Musicali di Lecce. Come lei stessa afferma, nell’esauriente libretto a corredo del CD, “il nostro progetto di ricerca nasce dal desiderio di contestualizzare l’esecuzione delle Laude, tramandate nei manoscritti risalenti alla fondazione del monastero di suore clarisse ‘Corpus Domini’ di Bologna, nella cornice più ampia del percorso mistico della Santa, per rendere in qualche modo percepibile la funzione ascetica e la dimensione profondamente contemplativa di tale canto”.

I dodici giardini, primo scritto della Santa, è la descrizione di quella conoscenza viva e profonda che deriva dall’esperienza d’ascolto dell’anima. Si tratta di due lettere, giunte a noi in un codice ferrarese quattrocentesco, indirizzate ad un’amica monaca fra il 1434 e il 1437, che descrivono il percorso di purificazione necessario all’anima per raggiungere l’unione sponsale con Cristo. Ispirata al ‘Cantico dei Cantici’ di San Francesco d’Assisi, Caterina si serve della metafora del ‘viaggio’ di tre giorni attraverso 12 ‘giardini’, in ognuno dei quali l’Anima-Sposa esprime nel canto il suo incontro sempre più intimo e gioioso con l’Amato.

Il codicetto di piccole dimensioni, destinato ad uso privato, conservato alla Marciana, è molto usurato, danneggiato, ha spiegato Susy Marcon, conservatrice dei manoscritti della biblioteca veneziana. Ciò non ostante, si vedono le tracce di una grande frequentazione antica. È arrivato alla Marciana tra il ‘600 e il ‘700, proveniente dalla biblioteca dei padri Somaschi della chiesa della Salute di Venezia e contiene 32 Laude musicali, di cui si conservano solo i testi. È stato necessario un grande lavoro di ricerca, per cercare di ricostruire la notazione musicale quasi sempre assente, poiché le melodie delle Laude, trattandosi di musica popolare, venivano tramandate oralmente. L’ensemble di musica medievale, fondato nel 1986 da due coppie di giovanissime sorelle – Livia e Claudia Caffagni ed Elisabetta ed Ella De Mircovich – è riuscito a scoprire il repertorio di Laude cantate dalla Santa e dalle sue consorelle. Il nome ‘la Reverdie’, scelto dal gruppo, ad organico variabile ed interamente femminile, è ispirato al genere poetico romanzo che celebra il rinnovamento primaverile. La serietà e l’amore per la musica sono affiorate anche nell’esecuzione dal vivo nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli, una delle più belle di Venezia, nella quale un pubblico attento ha potuto apprezzare l’abilità vocale e strumentale di Claudia Caffagni, al liuto, di Livia Caffagni, ai flauti e alla viella, di Elisabetta De Marcovich alla ribeca, e quella esclusivamente strumentale di Sara Mancuso, alle prese con l’arpa, l’organo portativo e il claviciterio, costruito appositamente per questo progetto da Paolo Zerbinatti. Al quartetto si è aggiunta localmente in parte del programma la giovane Lisa Dunk. Le sonorità degli strumenti costruiti su modelli antichi e la limpidezza della vocalità femminile, sia solistica che corale, hanno avvolto la superficie della chiesa , nella quale si è respirata, per lo meno in parte, quell’atmosfera ascetica che deve aver pervaso i monasteri delle clarisse nell’Italia del XV° secolo.




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