sabato 17 dicembre 2016 - Camillo Pignata

Arresto Marra. La Raggi si deve dimettere?

Non si può essere severi con gli altri, se non si è inflessibili con se stessi. E dunque inflessibili, anche con la Raggi che ha sbagliato, perché ha scelto e difeso la Muraro, ancorché indagata; perché ha scelto e difeso, Raffaele Marra ancorché chiacchierato e già collaboratore di Alemanno. 

Un duplice errore, etico e politico. E dunque dimissioni, senza "se e senza ma”, per Virginia Raggi.

Ma il principio di inflessibilità, che vale come regola per il Movimento, si deve misurare con la volontà e le attese degli attivisti e simpatizzanti dello stesso, e con l’interesse della città di Roma. Certamente i militanti e simpatizzanti del movimento non potranno mai perdonare alla Raggi di aver consentito alle forze politiche di Mafia Capitale di alzare la testa ed ergersi a fustigatore dei costumi.

E’ tanta la rabbia che devono smaltire, perché è davvero insopportabile per gli elettori del sindaco vedere quelli che hanno supportato mafia capitale, salire sui banchi della giunta, alzando la bandiera della verginità.

Così come è insopportabile vedere i fascisti di Casa Pound, che hanno supportato Alemanno, fare manifestazioni di protesta. Ma soprattutto fa rabbia vedere sventolare quella bandiera, riconquistata, non da un processo autocritico, ma dagli errori della Raggi. Fa rabbia, sentire esasperare ed enfatizzare la gravità degli errori del sindaco da forze politiche che li hanno sempre considerati veniali quando hanno riguardato i loro iscritti.

Ma se è comprensibile, non è giusto abbandonarsi alla rabbia, senza fare un processo autocritico. E' stato un errore dei militanti non appoggiare la Lombardi e il gruppo dirigente del movimento, mentre chiedeva che Marra fosse esautorato.

E' stato un errore dei militanti tacere mentre il Sindaco insisteva per tenere Marra al suo posto.

Non si poteva e non si può sostenere a tutti i costi il sindaco, dimenticando che la scelta di Marra non è stata una scelta tecnica, ma politica. La Raggi non ha esitato a legare la sua permanenza al governo della città a quella di Marra nel suo incarico. E dunque Marra non era un dipendente come gli altri, ma l'uomo di fiducia del sindaco, e in questa posizione era l’amministrazione della città.

Ma se le dimissioni del sindaco hanno riflessi sulla città, allora occorre che il principio di inflessibilità si misuri con l’interesse della città di Roma. Per questo è necessario chiedersi se sia utile per la città per i cittadini romani che il sindaco, lasci l’incarico e, di conseguenza, una città senza governo.

E se è giusto è pronto un altro candidato all’altezza del compito? Ma soprattutto è pronta la classe dirigente del partito, ad aiutarlo in questo compito immane che non può essere svolto da solo?

E viceversa, è pronto un candidato in grado di interagire con la classe dirigente del partito? Se le risposte sono affermative allora la Raggi si deve dimettere.

Se sono negative,la dirigenza del movimento deve prepararsi a gestire insieme alla Raggi, e la Raggi a gestire insieme alla dirigenza del movimento, il governo di Roma.




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