lunedì 20 novembre 2023 - Natale Salvo

Argentina: vince Javier Milei, vince l’estremismo liberista

« L’inizio di un cambiamento non solo per l’Argentina, ma per l’intera regione », così l’ex presidente del Brasile Eduardo Bolsonaro ha salutato l’elezione della scorsa notte del ticket Javier Milei – Victoria Villarruel rispettivamente alla presidenza e vicepresidenza dell’Argentina.

Bolsonaro ha poi aggiunto che l’elezione di Milei ( ottenuta col 55,69% di preferenze ) « rappresenta una boccata d’aria fresca per la democrazia e la prosperità che solo il liberalismo può offrire ».

Con un sostegno del genere è facile immaginare chi sia Javier Milei il nuovo presidente dell’Argentina per i prossimi quattro anni e che affidamento faccia il padronato su di lui.

Il pensiero di Javier Milei di condensa in questa frase: « in un mercato libero, le fluttuazioni dei prezzi inducono aggiustamenti in quantità tali che non si verificano mai carenze. Allo stesso tempo non c’è posto per la corruzione » [1].

Falsità che la storia ci ha già insegnato ma che, in un paese, l’Argentina, dove l’inflazione oggi è all’8,3% su base MENSILE ( 142,7% annuale ) hanno fatto presa sulla disperazione.

Milei, durante la sua campagna elettorale, ha rispolverato il vecchio spauracchio del “comunismo” pubblicando l’immagine del suo avversario, Sergio Massa, trasformato in Mao.

Ma, soprattutto, si è scagliato contro la “casta” dei politici come se lui, candidandosi, fosse un qualcos’altro!

Anche questa battaglia contro la “casta” l’abbiamo conosciuta in Italia, nelle figure di Beppe Grillo e Luigi Di Maio ( Movimento Cinque Stelle ) e sappiamo come sono andate a finire le loro promesse.

Javier Milei si vanta di essere il primo presidente libertario. Ma i libertari vogliono la distruzione dello stato e si dividono in libertari di sinistra, gli anarco-comunisti, e libertari di destra, gli anarco-libertari. Questi ultimi, per come da lui dichiarato, sostengono la politica del “libero mercato” autoregolante.

« Lo stato non è la soluzione, lo stato è il problema », è la frase chiave del pensiero libertario che Milei richiama spesso nei suoi interventi.

Durante la sua campagna elettorale, a proposito di “libero mercato”, Javier Milei ha annunciato la volontà di « creare un mercato per promuovere la vendita e l’acquisto di organi umani » [2]. E questa già la dice tutta. Tutto è merce per lui: anche l’uomo!

Tra le altre controverse proposte: la « deregolamentazione del possesso di armi da fuoco per tutti i cittadini [per fermare il crimine ] », l’abolizione di 10 degli attuali 18 ministeri ( incluso quello dell’ambiente, dei trasporti e dei lavori pubblici, della cultura, delle donne, la privatizzazione delle aziende pubbliche, la liberalizzazione del mercato del lavoro con l’abolizione dell’indennità di licenziamento senza giusta causa, e – in una “terza fase” del suo governo – l’abolizione della pubblica istruzione con la sua sostituzione con un sistema di “voucher”.

Forse avrebbe dovuto promettere l’abolizione della polizia – rispettando il programma dei libertari – a giudicare la violenza poliziesca emersa durante la campagna elettorale.

Il progetto più grande è la dollarizzazione del paese – sembra con una cripto moneta -.

Da comprendere come porterà avanti questo programma nel momento in cui il suo partito, “La Libertad Avanza”, è minoranza in parlamento: 15% alla Camera e 10% al Senato [3].

E’ più probabile che finirà per essere il semplice burattino in mano all’ex presidente liberale Macrì e al padronato. Un segnale di questa futura strategia è nel suo ultimo messaggio video dove ha provato, con successo, a rassicurare gli elettori moderati rinnegando quanto da lui sostenuto in campagna elettorale.

Un gran bel pezzo di populista, questo Milei!

Fonti e Note:

Credits: foto da profilo twitter di Milei ( JMPresidente23 ).

[1] Twitter, 31 ottobre 2023, profilo di Javier Milei.

[2] CNN, 19 novembre 2023, “Las cuatro polémicas de Javier Milei, presidente electo de Argentina”.

[3] El Diario Argentino, 19 novembre 2023, “Javier Milei ganó el balotaje y será el próximo presidente de la Argentina”.




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