Appello per le manifestazioni del 22 dicembre

Questa generazione che oggi riempie le piazze ci sta indicando quanto noi stessi siamo stati assenti, come giovani prima e come adulti poi. E come la nostra assenza, e rinuncia, abbiano creato quella solitudine, quella frustrazione, quella rabbia che è esplosa. Una frustrazione che non abbiamo capito, che non capiamo, e che invece ci appartiene e di cui in parte siamo responsabili. Perché quella rivolta che vediamo oggi è atto di difesa da parte di chi si vede sottrarre futuro, identità e partecipazione. Un atto di difesa che noi non abbiamo esercitato quando avremmo potuto, prima che la situazione precipitasse.
Noi saremo in piazza il 22 dicembre a Roma. Da testimoni. Generazioni che non possono più chiamarsi fuori. Senza occupare spazi. Senza voler insegnare nulla a alcuno. Ma lì, accanto a migliaia di giovani che contestano le politiche di questo governo sordo e cieco che sta conducendo il nostro paese alla rovina. Perché, e i nostri giovani ce lo stanno disperatamente urlando, sono in gioco la tenuta sociale e legale del nostro paese, la nostra democrazia, i nostri diritti.
Noi saremo in piazza. Perché vogliamo impedire a chiunque ne abbia l’intenzione di ridurre il conflitto allo scontro fra giovani e polizia. La violenza non è una soluzione. Non lo è per chi si ribella a chi sta determinando la cancellazione di diritti fondamentali. Non lo è per chi crede che l’ordine pubblico sia una pax bellica.
Rifiutiamo l’idea di vedere uno scontro fra giovani espulsi dalla società e lavoratori sfruttati e mortificati, poliziotti che ogni giorno lottano, per noi, contro la criminalità organizzata, la corruzione, la degenerazione della legalità per una manciata di euro.
Noi saremo in piazza per impedire, con i nostri occhi, che vengano violati diritti e integrità. Di chiunque.
Noi saremo in piazza per dimostrare che questo paese esiste ancora e che nessuno può pensare di cancellare le libertà civili e politiche di un’intera generazione.
Noi saremo in piazza perché la politica ufficiale non riesce a starci più in piazza. Anche per colpa nostra. Per nostra delega irresponsabile.
Noi saremo in piazza per difendere la storia, i bisogni e le speranze di fin troppe generazioni umiliate, espulse, azzittite, da chi vuole cancellare, a colpi di forza e di strumentalizzazioni, l’unica cosa che ci tiene insieme come paese e società. Quel poco che resta di un comune senso di giustizia sociale.
Il gruppo di lavoro de Gli Italiani
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