venerdì 17 ottobre 2014 - soloparolesparse

Annabelle, lo spin off che fa paura

C’era molta attesa per questo Annabelle. Attesa perché il film è sostanzialmente uno spin off di The Conjuring, che era un film davvero molto buono. E bisogna ammettere che John R. Leonetti fa un buon lavoro, molto classico e molto teso, anche se personalmente avrei preferito una diversa e più spessa presenza della bambola.

Si perché Annabelle non è protagonista vera, ma più che altro mezzo del male per agire. Insomma, l’ipotesi di un Chucky vs. Annabelle perde decisamente fascino ed è un peccato.

Lui e lei aspettano una bimba e lui regala a lei una bambola per la sua collezione. Lei è affascinata e felicissima, ma la sera stessa si verifica un episodio di incredibile violenza. La figlia dei vicini, scappata anni prima per vivere in una setta, torna e stermina la famiglia, assalendo pure lui e lei che rischia di perdere il bambino). Poi si suicida in casa loro tenendo in braccio al bambola.

Ovvio che la presenza della bambola non sia più gradita ma liberarsene non è cosa facile, perché questa ritorna. Poi nasce la bimba, la vita scorre quasi normale, scossa solo da strani eventi che si susseguono.

Fino a quando gli strani eventi diventano molto strani e le cose precipitano. Finale con tanto di lotta, morti, prete per scacciare i demoni e tutto il cucuzzaro.

annabelle-film

Il film è molto ben girato, molto pulito, tecnicamente ineccepibile. Leonetti ci riporta alle atmosfere degli horror anni ’80. Gioca con le luci, con i rumori, con le musiche, con le porte, con la gente che urla, insomma… è una figata.

La storia non è proprio innovativa ma è raccontata molto bene e girata ancora meglio. A volte rishcia addirittura di spaventare lo spettatore. Da segnalare l’ingresso in scena di Annabelle, ingresso da diva americana, come da dietro un sipario.

Peccato solo, ripeto, che la bambola non sia il male in sé, ma solo uno strumento. Vedremo se le cose cambieranno nell’inevitabile sequel.

Curiosità: la storia di Annabelle è (più o meno) una vicenda reale.




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