venerdì 16 gennaio 2015 - alfadixit

Anch’io sono Charlie ma...

La cosiddetta "libertà di espressione" è ancora tale se insulta ed offende i valori considerati portanti da una comunità?

Anch’io sono Charlie, ma con qualche distinguo. Non certo perché un’azione tanto violenta e scellerata non sia da condannare, ci mancherebbe altro, ma piuttosto perché passata un poco la buriana vale la pena di fare qualche considerazione. 

A me pare che tutta la vicenda sia stata buttata dentro il calderone della libertà di satira anche se, dentro questo calderone, non ci devono stare le offese, gli insulti e la mancanza di rispetto. Il dileggio e l’ironia semmai, queste si, come Forattini quando rappresentava Craxi o il Papa, ma non la bestemmia o l’oltraggio. Perché il concetto di libertà, come tutti i concetti non scientifici, non è così ben circoscritto e, come dice il saggio, finisce dove comincia la libertà dell’altro. Non è “infinito” insomma.

Per questo non può prescindere dal “politicamente corretto” e non si può confondere la libertà con l’anarchia di stampa. Certamente possiamo affermare che la nostra società è più evoluta e tollerante di altre, benché questo sia piuttosto un fatto solo degli ultimi anni, e pertanto dovremmo noi usare una certa accortezza nel trattare argomenti che, quelle culture, vedono come oltraggiosi nei loro confronti. Fomentare l’odio per qualche vignetta, e neppure tanto divertente, a me non sembra affatto mancanza di libertà, più mancanza di saggezza, forse. Per questo anch’io sono Charlie, ma con qualche distinguo.




Lasciare un commento