venerdì 18 marzo 2016 - Fabio Della Pergola

Amministrative di Roma: il complotto

Qualche tempo fa una senatrice della Repubblica, dai toni sempre un po’ sopra le righe, sentenziò: “A Roma c’è un complotto per farci vincere”.

Il riferimento è a Paola Taverna del Movimento Cinquestelle, la “vittima” del complotto la cui finalità sarebbe - sorprendentemente - di farlo vincere proprio mentre corre per vincere.

L’obiettivo è la seggiolona di sindaco della Capitale e la querelle sollevata dalla Taverna non poteva che suscitare una increspatura di ironie nella amorfa palude politica italiana, non fosse altro che per la palese contraddittorietà della denuncia.

Però c’è un però che ronza nella testa del normale cittadino nei brevi momenti in cui si distrae dalla pervicace crisi economica, dalla disoccupazione angosciante, dalla corruzione dilagante, dal dramma di milioni di profughi, dalla catastrofe siriana, dalle intemperie di Donald Trump, dagli attentati disseminati a raffica o dallo sgomento di accampamenti di fortuna dove neonati nascono nel fango e nel fango i vecchi esalano l’ultimo respiro guardando con occhi spiritati le recinzioni costruite in fretta e furia per impedire loro il banale diritto di sopravvivere.

In quei brevi momenti di distrazione guardiamo il TG1 (definito “l’ammiraglia” della rete pubblica nazionale) per rinfrancarci con la notiziona di apertura: la frase impudente di un certo signor Bertolaso sulla gravidanza di tal Meloni Giorgia, puntuta signorina di estrema destra animata da sbandierato orgoglio per l’antica civiltà romana.

Notiziona di un provincialismo sconfortante, ma che in effetti permette di dare un’occhiata alla deflagrazione dello schieramento di destra con l’inaspettata candidatura della signorina, ingravidata di recente dal di lei compagno.

Inossidabile, benché abbia partecipato in prima fila al Family Day dove, a rigor di logica, non ci si va impiombate more uxorio, lei rompe a destra, mandando fuori di testa il sig. Bertolaso (quello delle “new town” dove i balconi avevano scadenza a breve termine) e affossando così, sembrerebbe, qualsiasi possibilità di vittoria per il partito di Berlusconi, ma anche per la destra tutta, divisa come non mai.

A sinistra invece un partito di governo, sempre più solido - per inconsistenza altrui - non candida una personalità di alto livello politico o istituzionale, o una star della società civile, ma un “personaggetto” dal profilo tanto innocuo quanto sottotono, non all'altezza della gravità della sfida. Un uomo sicuramente onesto questo Roberto Giachetti, ma, insomma, uno come lui, povero ragazzo, dove può andare sul serio?

Vogliamo allora dire che sia la destra che la sinistra stanno facendo di tutto per perdere (o almeno non vincere) una competizione troppo scottante, troppe le grane che la capitale si porta dietro? Quindi le candidature di basso profilo o palesemente divisive sembrano avere un loro scopo.

Che avesse davvero ragione la Taverna? Che ci sia sul serio un complotto per far vincere i 5stelle, nella persona di tal Raggi Virginia, di anni 38, definita “la reginetta del facile buon senso”?

Visto che, come scrive qualcuno, “il buon senso è come l’amatriciana: a Roma piace sia a destra che a sinistra”, non sembra difficile arguire che l’esplicita allusione centrista possa davvero farle vincere la gara.

Il che significa che la stessa Raggi Virginia, di professione avvocato, nota per il praticantato nello studio del pluricondannato Previti Cesare, potrebbe essere la vittima designata del sorprendente complotto ordito ai suoi danni e prontamente denunciato da madame Taverna.

Ma una volta scoperto che di complotto si tratta, che strategia si può adottare se non quella di cercare di perdere? Pare invece che la candidata a 5 stelle si stia impegnando sul serio: che faccia parte anche lei del complotto?

(Foto: Jose Antonio/Wikipedia)




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