mercoledì 30 novembre 2011 - YouTrend

Amministrative 2012: introduzione

Con l’insediamento del governo Monti lo scorso 16 novembre, la possibilità di avere elezioni anticipate è definitivamente saltata. Il prossimo appuntamento elettorale, perciò, sarà quello delle elezioni amministrative, nella primavera del 2012, con date ancora da fissare.

Saranno circa 10.800.000 gli elettori chiamati alle urne per rinnovare i consigli provinciali e comunali. Sette le Province al voto, con buona pace degli abolizionisti, mentre i comuni saranno 959, tra cui 28 comuni capoluogo.

Le sette province che andranno alle urne sono Genova, La Spezia, Como, Belluno,Vicenza, Ancona e Ragusa. Tre presidenti provinciali uscenti sono di centrosinistra, tre di centrodestra (sebbene la Provincia di Belluno sia commissariata da circa un mese) e uno di centro.

A Genova, La Spezia, Como e Belluno si vota anche per il sindaco. Gli altri comuni capoluogo interessati dalle amministrative sono Alessandria, Asti, Cuneo, Monza, Verona, Gorizia, Parma, Piacenza, Carrara, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, L’Aquila, Isernia, Brindisi, Lecce, Taranto, Trani, Agrigento, Palermo, Trapani, Lanusei (comune rappresentativo della provincia dell’Ogliastra) e Oristano.

Amministrative 2012: i comuni capoluogo e le province al voto

Tra i comuni capoluogo al voto quelli con sindaci di centrodestra (17) sono quasi il doppio di quelli a maggioranza di centrosinistra (9). Questo significa che tocca soprattutto ai primi cercare di arginare la tendenza degli elettori a premiare chi non governa, evitando che le amministrazioni cadano in mano alle opposizioni.

Su ventotto comuni solo tre sono anche capoluoghi di regione (Genova, L’Aquila,Palermo), e solo due capoluoghi regionali voteranno per le provinciali (Ancona e Genova).

Non essendoci ancora candidati è presto per fare previsioni ma di certo in alcune città la sfida elettorale sarà interessante e amplificata a livello nazionale.

Verona, ad esempio, scade il mandato del sindaco Flavio Tosi, maroniano doc, che con la scelta degli alleati e la strategia da attuare potrebbe creare nuovi squilibri non solo all’interno del centrodestra ma soprattutto tra le correnti della Lega Nord, forte del consenso di cui gode in città.

Più delicata, soprattutto riguardo le alleanze, è la situazione delle candidature a sindaco di Palermo. Dopo la criticatissima gestione Cammarata parecchi nomi altisonanti sono stati accostati alla poltrona più prestigiosa del capoluogo siciliano, dall’ex sindaco Leoluca Orlando al procuratore Antonio Ingroia (“lanciato” dal presidente siciliano Raffaele Lombardo) sino a Rita Borsellino, sostenuta anche da Bersani. Tuttavia nel centrosinistra è molto probabile la via delle primarie, dato il numero di candidati (già quattro) e la difficoltà a trovare un nome che non comprometta il rapporto tra Pd e Terzo Polo a livello nazionale. Per il centro il candidato al momento è solo uno, il deputato regionale dell’Mpa Francesco Musotto, anche se Fli aveva proposto la candidatura a Giulia Bongiorno. Nel centrodestra tutto tace, ma da tempo circolano i nomi di Francesco Cascio e Carlo VizziniRiccardo Nuti sarà il candidato del MoVimento 5 Stelle.

Sarà interessante, infine, seguire da vicino la campagna elettorale a Genova e all’Aquila, due città guidate da giunte di centrosinistra i cui sindaci si sono trovati ad affrontare due gravissime emergenze in seguito a calamità: Massimo Cialente con il terremoto del 6 aprile 2009, che dopo essersi dimesso ha ritirato le dimissioni in virtù delle promesse del Governo Berlusconi, e Marta Vincenzi, duramente criticata per il modo in cui è stata gestita nelle prime ore l’alluvione di Genova.

di Giuseppe Ceglia




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