martedì 17 giugno 2014 - Angelo Libranti

Altro che tangentopoli

                         

Hanno voglia politici e autorità di Governo a deprecare la scoperta di truffe e intrallazzi nelle varie opere in corso in tutta Italia e nella gestione di organizzazioni pubbliche e private.

Dall'Expo di Milano all'ILVA di Taranto, dal Mose di Venezia alla terra dei fuochi in Campania, passando per varie banche, è tutto un sistema di ruberie finalizzato all'arricchimento personale, altro che tangentopoli.

Proprio il comportamento della magistratura, in quegli anni fatidici che vanno dal 1992 al 1994, è stato il cattivo esempio di come si applica la Giustizia. Invece di valutare la posizione dei singoli nel contesto del magna magna generale, hanno cominciato a vagliare l'appartenenza politica degli accusati.

Mentre gli esponenti della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista vennero massacrati da accuse infamanti, il vecchio Partito Comunista ne uscì indenne, appena sfiorato da semplici sospetti. Dovrebbe far riflettere la reazione al famoso discorso di Craxi nella Camera dei Deputati, quando denunciò l'andazzo dei partiti a finanziarsi con metodi illeciti e invitò i presenti a confutare qualora avesse dichiarato il falso. Nessuno chiese la parola per controbattere e sui giornali il discorso fu minimizzato.

La magistratura non fece una piega e dopo tutto quel casino suscitato dalle accuse e dagli arresti, tutto si risolse alla condanna per pochi anni dei così detti pesci piccoli. Dei big solo Forlani fu condannato a due anni di reclusione, convertiti in seguito con l'affidamento ai servizi sociali presso la Charitas di Roma.

Insomma, la montagna partorì il topolino e gli accusati di oggi, che poi sono gli stessi accusati di ieri, si chiedono: perché non continuare a rubare considerato che non succede nulla? Lo sputtanamento sui giornali conta poco se si possono tenere i milioni di euro rubati e portati all'estero. L'impunità rende arroganti ed alla fine si esagera pure nell'acchiappare mazzette con inguardabili facce da culo.

Anche adesso, dopo il can can iniziale sui media e qualche trasmissione sul video, calerà il sipario e tutto finirà a pizza e fichi. Da un'indagine condotta da l'Espresso presso il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, risultano in carcere, a novembre 2013, n°46 detenuti per peculato, 37 per abuso di ufficio, 11 per corruzione e 26 per concussione, quando in Germania per gli stessi reati sono in galera 8600 detenuti.

Risulterebbe dai numeri indicati che, nel confronto, il nostro sarebbe un popolo di onesti, quando invece sappiamo bene cosa valgano i nostri amministratori in fatto di specchiata correttezza. A questo si aggiunga che oltre un migliaio di magistrati sono autorizzati dal CSM per svolgere lavori extra per conto di amministrazioni pubbliche e private.

Il problema consiste nel tempo che impiegano per fare questo lavoro parallelo, togliendo ore preziose alla loro attività principale, che è quello di stare in Tribunale ed emettere sentenze. Non bastasse, ci si interroga se poi riescano a mantenere la terzietà in eventuali cause dove sono coinvolti gli enti privati cui hanno dato la consulenza.

Insomma il sistema giudiziario, per come è organizzato, è da rivedere in toto e si invoca, oltre la certezza della pena, l'emissione di sentenze in tempi celeri onde rendere la Giustizia, in tutti i suoi risvolti, adeguata agli stati democratici più avanzati.

 




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