mercoledì 15 luglio 2015 - alessandro tantussi

Altro che liberismo

Accade in modo sempre più frequente di udire, da parte di chi si colloca a sinistra ed al di fuori del concetto di libertà, una predica contro il "pensiero liberista in economia" che, secondo i nostalgici del comunismo, sarebbe la causa della attuale crisi dell'economia occidentale ed in particolare dell'Europa. 

A mio modo di vedere è vero esattamente il contrario. A quanto mi risulta gli stati occidentali più orientati a favore di una politica economica meno oppressa da regole (USA e Inghilterra e recentemente anche Cina e Giappone) sono quelli che hanno subito in misura minore gli effetti della crisi, di contro quelle non sono ancora uscite dalla fase recessiva e che soffrono in misura maggiore la crisi sono proprio le economie europee caratterizzate da una maggiore intromissione e regolamentazione da parte dello Stato, anche in seguito alle politiche di austerity che, sostanzialmente, si risolvono in condizionamento del mercato da parte dello Stato. 

Ciò mi sembra che contraddica le presunte colpe del liberismo, al mondo le economie che meno risentono dei lacci e lacciuoli della politica sono quelle che meglio hanno reagito alla crisi, il che dovrebbe indurre a maggior cautela i nipotini del comunismo. L’ennesima sparata contro il “libero mercato” mi pare che sia del tutto priva di fondamento.

Del resto come si può sostenere che quella Italiana in primo luogo, e quella Europea subito dopo, siano economie di stampo liberista? 

In Italia fra imposte, tasse, contributi, attività istituzionali, imprese pubbliche e municipalizzate il 70% del prodotto interno lordo finisce per essere controllato e gestito dallo Stato ed il restante 30% in mano ai privati è decisamente condizionato da una serie di decisioni che non vengono liberamente prese dagli operatori economici ma dal potere politico ed in particolare da quel centro di potere politico-economico che in Europa ha prevalso su tutti gli: la Germania. 

Ma dove sta il liberismo? In Europa tutte le decisioni di politica economica vengono prese dai politici che contano a livello sovranazionale, Merkel in primo piano. Altro che liberismo questo è statalismo di stampo europeo, dirigismo. 

Un sistema da economia pianificata diretto dalla politica che a sua volta è succube dei potentati economici e soprattutto finanziari (banche). 



Questo non è liberismo! Il liberismo presupporrebbe libera concorrenza tra le aziende senza vincoli politici. 

Il liberismo si basa, e funziona, nell'assenza di concentrazioni di potere, sulla base di una miriade di operatori economici (produttori e consumatori) che operano senza eccessivi vincoli ma anche senza concentrazioni di potere, in modo che sia il mercato a decidere in modo democratico ed efficiente. 

Invece in Europa (ed ancor più in Italia) il mercato non conta più nulla, l’economia è sotto tutela di pochi gruppi di potere in combutta con la politica, con alti livelli di spesa pubblica finanziati da alti livelli di tassazione. 

Questo determina lo spostamento del potere dai cittadini all’istituzione Stato ed alle istituzioni locali. Così si determina un sistema inefficiente ed iniquo, un sistema che decide le sorti dei popoli e delle nazioni sulla base delle scelte e degli interessi di pochi. 

Questo è dirigismo economico-finanziario-statalista, un sistema poco democratico che sottrae agli individui l’autonomia delle scelte a favore della azione stata ledei governanti. Un sistema dirigistico che, in Europa, è chiaramente a trazione teutonica. 
Altro che liberismo!

 

foto: kevin dooley/flickr




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